Arrive Without Travelling

In viaggio con papà seconda e ultima (?) parte.

Arrive Without Travelling

Beh, anche in forma diversa, prosegue il mio confronto con le nuove generazioni e il loro approcciarsi alla musica che tanto qualche mese fa, se qualcuno ha avuto la benevolenza di leggermi, non poco mi sorprese. Questa volta non siamo in viaggio. Oddio, metaforicamente, parlando dei propri figli, in viaggio lo si è sempre- E non sempre, soprattutto, si è alla guida, anche se persiste, talvolta, la presunzione di esserlo…

Meet il giovane Martino

Il giovane Martino ha 17 anni. 17 nel 2018, attenzione. Non è stato colpito dal virus trap/rap/pap, non ha subito la fascinazione del metallo, nuovo o vecchio che sia, non frequenta la rave culture (anche se ha un debole per Fatboy Slim) e non sa chi siano i Pet Shop Boys. Ha la sventura genetica di essere mio figlio e quindi di trovarsi in un contesto casalingo arredato di vinili e cd tipo accumulatore seriale. Di conseguenza, in un sano sviluppo, dovrebbe fare alpinismo e detestare la musica, se tanto la sua fase adolescenziale gli desse tanto… E invece, il buon Martino, non più tardi di pochi giorni fa, chiuso nella sua stanza-bunker ad alto rischio hikikomori, se ne sta canticchiando Vitamin C dei Can.

 

Adesso la domanda è: come ci è arrivato? Non legge stampa musicale, non sbircia nella mia collezione, non spazia sul Tubo…

Colpa dei Beatles

Mi spiego. Martino ha passato i primi anni spensierati della sua esistenza sulla Terra giocando con le action figures dei Beatles versione Yellow Submarine e consumando la relativa colonna sonora e cartoon. Quando a due anni canticchi Hey Bulldog promette bene.

tomromrock

Poi una fase necessaria e intermedia di rifiuto dei gusti parentali lo ha portato su sponde a me sino a qualche tempo fa ignote se non ostiche: tipo il vaporwave o le soundtrack di videogiochi giapponesi, mantenendo un orecchio di riguardo a Macca, Bowie, XTC e Talking Heads però…. E poi l’epifania manga che ha generato quanto sopra.

Le Bizzarre Avventure di JoJo

Subliminalmente influenzato dalle liverpooliane frequentazioni da infante, il giovane si approccia alla lettura di un manga di Hirohiko Araki noto in Italia come le Bizzarre Avventure di JoJo, e già questo dovrebbe dirmi qualcosa, tipo Get Back… Ma la cosa straordinaria è che il suddetto Manga utilizza come personaggi e stand (termine che ancora non ho ben compreso a cosa si riferisca) praticamente il gotha della musica alta e bassa degli ultimi 50 anni e oltre. Per dire, si passa da Louis Armstrong agli Steely Dan, da Miles Davis ai King Crimson, da Dolly Parton a David Bowie…

 

Insomma una enciclopedia laica musicale vasta e estremamente variegata, che lo ha quindi condotto ad andarsi a cercare le forme musicali citate e, finanche, alcune, approfondirle.

E noi, come arrivavamo alla musica?

Ora la riflessione è d’obbligo: come arrivavamo noi alla musica? Personalmente ricordo che si sentiva tanta radio. Oppure che c’erano i fratelli più grandi degli amici che compravano i dischi di cui scriveva Ciao2001. Gong per i più snob. E si partiva, dalla periferia al centro, per visitare con quattro, dicasi, quattro lirette in tasca, i negozi di dischi che, solo che dalle vetrine, promettevano e mantenevano il più delle volte, ascolti reiterati. E, nel mio caso, anche analisi di tutti i riferimenti letterari che si potevano cogliere da certi artisti. La cosa poi conduceva (senza l’obbligo scolastico…) ad andarsi a leggere quell’autore citato o chiedersi chi fosse Tiresia. E di, conseguenza, scoprirlo, un’educazione senti/mentale mica da ridere…

 

Arrive Without Travelling

E si torna quindi al tema del viaggio. Non più la strada di Kerouac ma un percorso dove il media che induce all’ascolto non è più fatto di critica sagace o meno, teorica e spesso retorica, ma dal cosiddetto ciò che sta in basso alchemico per arrivare a trasformare , in questo caso, il segno-sogno in oro-oto.

A Martino poco importa, per adesso, di che cosa hanno rappresentato i Can oppure delle sofisticatezze di Donald Fagen o dell’impatto mostruoso avuto da personaggi come il già citato Miles Davis. Nel suo viaggio (arrive without travelling, diceva George Harrison) usa una maps a noi aged poco consona ma, per la sua generazione (i nati dal 2000) assolutamente conforme con lo scenario che gli si para davanti. Novelli Salgari inconsapevoli che spaziano nel mondo da una calda camera da letto da cui talvolta emergono note a noi note.

Cosa ascolteranno Vittoria e Martino di qui a un anno?

E che non esca, comunque, mai di casa senza le sue vistose cuffie bluetooth collegate alla playlist suggeritagli dalla lettura di JoJo, è decisamente un buon inizio per qualsiasi percorso senza mete necessarie che la sua età gli consente ancora di percorrere…

 

Ok, ho finito i figli, e di conseguenza, con queste righe, mission terminated. Oppure no?

print

Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.