I Kraftwerk 3D in concerto alla Grande salle Pierre Boulez – Philharmonie, Paris, per il Festival Days Off (13 luglio 2019).
Tre date dei Kraftwerk 3D nella splendida Grande salle Pierre Boulez della Philharmonie chiudono il festival Days Off organizzato nella Cité de la Musique di Parigi. Alla sua decima edizione, il Days Off è ormai, in un panorama festivaliero divenuto fin troppo affollato, un appuntamento di qualità con un occhio alle nuove tendenze ma anche a celebrare gli artisti che hanno dato forma alla musica contemporanea.
La musica dei Kraftwerk attraverso i decenni
È proprio il caso dei Kraftwerk, che partiti nei primi anni ’70 con la grande ondata di musica elettronica sperimentale proveniente dalla Germania, sono poi approdati a forme di electro-pop comunque all’avanguardia. Della formazione originaria resta solo, dopo l’abbandono di Florian Schneider nel 2008, Ralf Hütter che sul palco è coadiuvato da Fritz Hilpert, Henning Schmitz e Falk Grieffenhagen.
Dopo Tour de France, uscito nel 2003, la band ha intrapreso una carriera live nella quale ripropone in concerto la musica dei suoi nove album. Negli ultimi anni la tecnologia 3D ha permesso di aprire una nuova fase visuale.
Il concerto dei Kraftwerk 3D
Eccoli dunque i Kraftwerk di scena alla Philharmonie, ognuno dietro una consolle, e alle spalle un enorme schermo per le immagini. Si parte con una lunga sequenza da Computer World (1981), per proseguire con quattro canzoni da The Man-Machine (1978), inclusa la sublime The Model. Sono i due dischi più rappresentati, anche se pure Tour de France riceve una lunga, bella sequenza. Quanto arriva l’immancabile Trans-Europe Express con le immagini b/n di un treno stilizzato sullo sfondo non si può che osservare quanto questo brano sia fra i più iconici e immediatamente riconoscibili di tutta la musica pop.
L’intero concerto sembra sospeso fra vintage e futurismo. A partire dalle immagini, come le variazioni sulla copertina di Computer World che raffigura uno dei primi modelli di video terminale, o quelle intorno al tema della radioattività (ovviamente per Radioactivity, title-track del disco del 1975), o l’autostrada dalla grafica da videogioco anni ’80 per Autobhan (1974). Appartengono al passato così come alla nostra quotidianità presente. Vintage e futurismo anche nella musica che abbiamo ascoltato per la prima volta ormai tanti anni fa, ma che è stata talmente seminale da echeggiare in buona parte della musica contemporanea. Da aggiungere che per l’occasione parigina i Kraftwerk preparano qualche immagine speciale con l’UFO che si staglia contro la Tour Eiffel e la stessa Philharmonie.
Si chiude con un medley da Electric Café (1986) che include Boing Boom Tschak, Techno Pop, Music Non Stop. Due ore di concerto con un appeal sensoriale notevole, fuori dal consueto, aiutato da un’acustica perfetta, dove il 3D non è mai usato in modo grossolano (come in certo cinema), ma per aiutare il pubblico a calarsi ancora una volta nell’esperienza unica dei Kraftwerk.