Ancora una scoperta Glitterbeat: Ammar 808 – Global Control / Invisible Invasion.
Due anni fa il tunisino Sofyann Ben Youssef, in arte Ammar 808, ci aveva sorpreso con il suo Maghreb United nel quale sperimentava le potenzialità espressiva della musica tradizionale nord africana portandola in una dimensione futuristica attraverso l’uso dell’elettronica e le contaminazioni con la musica contemporanea.
Se nel disco del 2018 Ammar si faceva accompagnare dalle voci di cantanti e da strumenti tradizionali dell’area maghrebina, adesso per questo Global Control / Invisible Invasion si è recato nel sud dell’India nella città di Chennai, lì per un mese ha registrato suoni, musiche, voci facendosi accompagnare da musicisti e cantanti esponenti della tradizione carnatica, che ha al centro il canto e si ispira alle tradizioni religiose e ai poemi epici indiani.
Fra Maghreb e India
Il disco è quindi il risultato di almeno tre importanti scuole musicali, quella araba maghrebina, quella indiana e quella elettronica, che trovano mirabile sintesi in questo splendido lavoro. Youssef è un attento conoscitore della cultura e del pensiero indù, nonché della sua complessa mitologia, a cui molti suoi brani si richiamano. Ma la sua lettura del mondo indiano offre per lui una chiave di lettura e di possibile salvezza da quella invasione invisibile che ci sta soggiogando e avvelenando: «Per me nel sistema di credenze indù l’invasione invisibile avviene nel cervello, nell’anima. Siamo invasi senza mai vederli dall’esterno e questo sistema decreta il nostro destino. E di solito lo accettiamo, invece di combatterlo.»
La tradizione dell’India si collega così al nostro presente e al nostro futuro innanzitutto attraverso l’esperienza musicale, così il brano iniziale Marivere Gati cantato con voce meravigliosa e ipnotica da Susha, che si attiene ai canoni classici dello stile carnatico, viene proiettato verso una nuova dimensione dalla drum machine e dalle nervose percussioni, l’effetto è ammaliante e sorprendente; ugualmente la successiva Ey Paavi ci proietta nell’antichissimo testo del Mahabarata i cui versi sono cantati dalla voce nervosa e spesso in talking di Kali Dass, mentre le rutilanti percussioni e l’ossessiva elettronica sembrano trasportarci nel caos metropolitano o in un ipotetico e inquietante futuro.
Global Control / Invisible Invasion è un progetto riuscito per Ammar 808
Gli altri sei brani del disco sviluppano il tema del confronto / incontro fra passato e futuro. Ne nasce un’immagine del mondo volta a volta caotica e preoccupante nella torrida Duryodhana, nella quale emergono influenze gnawa, od oscura e inquieta come in Arisothari Yen Devi con la sua elettronica dark. Ma c’è spazio per le melodie trance di Geeta Duniki che la produzione di Ammar rende perfetta per una serata dance o per Summa Solattumaa che chiude l’album in una dimensione più riflessiva e meditativa. Qui gli strumenti tradizionali imbastiscono un raga impreziosito dalla meravigliosa voce di Yogeswaran Manickam, quasi a dirci che la libertà può salvarci dal controllo globale che vuole coartare perfino i nostri pensieri.
Era rischioso lasciare il natìo Maghreb e avventurarsi in una nuova dimensione musicale, ma Ammar ha vinto la scommessa ha realizzato un disco potente che non lascia certo indifferente soprattutto chi vive la musica come ricerca di emozioni ed esperienze nuove e non scontate, in grado di aprirci a nuove visioni della nostra vita.
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