michele gazich – solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trinceaMoonlight Records

Il messaggio di michele gazich – solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea.

No, non si è improvvisamente rotto il tasto Shift sulla tastiera del mio pc: ho semplicemente voluto mantenere la grafica – e con essa il ‘messaggio’ – scelta da Michele Gazich per rivestire questa sua ultima fatica intitolata “solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea”. Lui stesso ne spiega chiaramente il motivo all’inizio del booklet: “in un (probabilmente vano) tentativo di porre in equilibrio un mondo in cui troppi tendono a darsi la maiuscola, in questo libretto troverete solo lettere minuscole”. Ma il risultato è assolutamente maiuscolo.

Le canzoni e i collaboratori

Nove  i brani proposti, fra i quali uno strumentale, commosso omaggio alla memoria dell’amico Paolo Finzi, e una bellissima reinterpretazione – chiamarla cover sarebbe decisamente troppo riduttivo – di Oceano di De André-De Gregori, che hanno richiesto una gestazione anche più lunga di quelle a cui Gazich ci ha ormai abituato e della cui cronologia ci dà, come sua abitudine, conto nel curatissimo booklet;  su tutte Sanguedolce, che rivela una gestazione di più di 15 anni e nella quale Giovanna Famulari quasi si trasfigura nella sua celebre omonima Giovanna d’Arco.

Per rivestirli di musica stavolta il musicista-poeta – o, se preferite, poeta-musicista – bresciano ormai veneziano di adozione rinuncia all’apporto del suo abituale partner Marco “Tibu” Lamberti alla chitarra e bouzuki per avvalersi del violoncello e della bellissima voce della Famulari. Gazich è un artista che si è costantemente nutrito di poesia e non nasconde i suoi riferimenti. Qui è costante il richiamo ai grandi poeti dell’Ottocento germanico, Goethe e Hōlderlin su tutti, ma non si può non citare anche Yves Bonnefoy, che ispira la bellissima La Resa – forse il brano più lirico e commovente -, la cui musica sembra davvero essere stata scritta, come dichiarato dall’autore, dalle onde del mare, con Gazich che si è riservato l’umile ruolo del trascrittore.

I riferimenti culturali di michele gazich – solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea

Anche la musica rispecchia i riferimenti culturali dei testi con echi di Mozart, Beethoven – di cui si cita esplicitamente quella sorta di testamento spirituale che è la lettera scritta al fratello da Heiligenstadt nel brano omonimo – e perfino di alcuni Lieder di Schubert. Il disco si chiude con la title track, introdotta dal pizzicato del violino di Gazich, che ne costituisce – se ce ne fosse stato bisogno – la definitiva spiegazione: “sputo, sputo, sputo fuori tutto / in questa trincea chiamata vita / chiamata circo, chiamata lacrime, chiamata madre / solo i miracoli hanno un senso / stanotte in questa trincea”. Viviamo, cioè, in un presente così “incredibile” che diventa più semplice credere ai miracoli, che diventano appunto l’unico avvenimento che ha un senso.

Non a caso il brano ha un tono quasi elegiaco nel quale si stemperano definitivamente anche i momenti più duri e urlati del disco, anche grazie all’intervento finale di quel “coro dei puri di cuore” composto da molti amici di Gazich: e proprio “amici” è una delle parole chiave del lessico del musicista ormai definitivamente veneziano, che ne fa spesso uso anche nei suoi live.

Un disco unico nel panorama italiano (e non solo).

Disco coltissimo in cui però la cultura non è sfoggiata aristocraticamente dall’alto, ma offerta con competentissima modestia a chiunque sia disponibile a coglierla e assimilarla e che conferma una volta di più Michele Gazich come una figura pressoché unica nel panorama musicale italiano e non solo. Nel libretto lo stesso Michele sostiene di aver pensato a questi brani come a una sorta di suo testamento che nelle sue primitive intenzioni sarebbe dovuto uscire postumo. Non possiamo che essere lieti che ci abbia ripensato e abbia deciso di pubblicarlo in vita, che gli auguriamo lunghissima perché siamo convinti che di cose belle come queste ce ne darà ancora.

michele gazich – solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea
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“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

Di Renzo Nelli

“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

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