In 66 Paul Weller dichiara i suoi anni senza paura e si racconta senza malinconia.
Il vezzo, quello di individuare una curiosa ma efficace assonanza tra un’età anagrafica non più verde e il titolo di un album, può appartenere solo a un maestro di stile, nonché uomo di garbata e acuta ironia, come Paul Weller. Per svariati decenni, quest’artista straordinariamente eclettico ha attraversato a passo sicuro i territori della musica britannica, attingendo ad una riserva di creatività pressoché inesauribile. Del resto, Mr. Modfather sa cogliere lo spirito dei tempi e con camaleontica abilità passa dal dirompente furore giovanile dei Jam alla garbata eleganza pop degli Style Council, fino all’ampia produzione discografica solistica.
66 è un disco rassicurante per l’artista e anche per il suo pubblico
66 (Polydor) si muove in solido equilibrio tra le fascinazioni sonore del passato e le riflessioni introspettive e sottilmente inquiete del presente. Weller si affida alla sua consolidata esperienza per condurre l’ascoltatore in una sorte di affascinante viaggio sonoro che è anche un omaggio alle proprie passioni sonore. La prima tappa conduce al bel brano d’apertura Ship of Fools, dove le sonorità degli amati Beatles dominano la scena e sembrano evocare il più “beatlesiano” degli album dei Beach Boys: Pet Sounds. A seguire, si approda al sound incandescente (che forse avrebbe fatto bella mostra di sé anche in un album dei Jam) di Jumble Queen e Soul Wandering. La presenza dell’ex enfant terrible Noel Gallagher e di Graham McPherson/Suggs dei Madness, preziosi collaboratori, infonde all’album ulteriore energia e dinamismo.
Paul Weller è in grado di contenere eventuali pulsioni autocelebrative anche quando si accosta alla raffinatezza “Style Council” di Nothing o A Glimpse of You oppure quando passa da una ballata suadente (I Woke Up) a una più inquieta e notturna (Sleepy Hollow). Dunque un artista che non ha perso la consueta, sapiente disinvoltura e che per il suo sessantaseisimo compleanno si/ci regala un album davvero pregevole, dal quale ciascuno può attingere energia, delicatezza e intimismo a seconda della propria sensibilità e dei bisogni emotivi del momento.
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