Strypes

Strypes

di Marina Montesano

Escono appena dall’adolescenza, i quattro irlandesi degli Strypes, e finora hanno guadagnato fama come piccoli prodigi del garage-blues dalle ottime qualità di musicisti e dall’aspetto carino, tale da guadagnar loro un seguito impressionante in Giappone e un sospetto di boy band del rock revival. Con Little Victories, The Strypes cercano di uscire dalle secche di questa posizione e di guardare in avanti; avendo aperto molti concerti per gli Arctic Monkeys è in quella direzione che si volgono, soprattutto verso il primo album della band inglese, come si vede soprattutto in A Good Night’s Sleep And A Cab Fare Home e nell’ottima Eighty-Four (il brano migliore, ma con un inizio chitarra-ritmica che potrebbe farlo sembrare un outtake di Whatever People Say I Am…), oppure quando il ritmo rallenta, per esempio nella ballata (I Wanna Be Your) Everyday. Altrove sono le radici blues rock, solo un po’ meno nostalgiche rispetto al passato, a tornare a galla: come nella conclusiva Scumbag City. Nel complesso un buon disco, potente e piacevole, per una band ancora in cerca di una personalità e soprattutto di una scrittura più definite.

7,1/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=dtgz2EsZaw4

A Good Night’s Sleep And A Cab Fare Home

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