Addio a Johnny Hallyday (1943-2017).

Johnny (con accento sulla y) Hallyday era più un volto e una serie di abiti che una voce. Forse. O forse era molto di più. In ogni caso in quel volto, ribaldo agli inizi poi sempre più scavato e infine shakespeariano, si riconosce la peculiarità del rock’n’roll francese. Quella di piegare a un certa melodia e una certa malinconia (lo ha fatto anche Gainsbourg) pure i momenti più bruschi di quel linguaggio.

Johnny, dotato di una voce potente e particolare, ha sovente preferito  interpretare pezzi beat e rock’n’roll senza scomporli più di tanto (Hey Joe, Noir C’est Noir). E lo ha fatto in un francese ai confini dell’ironia. La risposta del pubblico, che era forse un po’ saturo e della chanson e del suo dramma, è stato straordinaria e ha investito lui, sua moglie (una certa Sylvie Vartan che nell’immaginario italiano è diventata la ragazzina ye-ye della Francia ’60)  e tutti i suoi cari (Eddy Mitchell, ad esempio).

 

Non sappiamo quanti altri personaggio del mondo della musica abbiano avuto la possibilità di suonare sotto la Tour Eiffel in un delirio di folla plaudente e neppure in quanti siano definiti da un presidente della repubblica (Jacques Chirac) “il più grande di tutti”. Per non parlare di quelli che sono stati, a tutti gli effetti, funerali di stato. Con aggiunta di Harley-Davidson. (*)

Johnny Hallyday, il rocker di Paris, Tennessee

Con una carriera da attore altrettanto significativa, Johnny Hallyday è stato probabilmente più completo e longevo di tanti altri rocker suoi contemporanei e magari altrettanto bravi. Sicuramente ha contato il suo ciuffo, il suo modo guascone di fare, le sue avventure amorose e tutto il resto. E sicuramente il tanto inflazionato spirito del rock’n’roll in lui ha trovato un’incarnazione per una volta completa e originale, anche migliaia di chilometri lontano da Memphis, Tennessee.

La recensione di Tomtomrock dell’album Rester Vivant (2014)

(*) A proposito delle esequie di Johnny Hallyday, i media italiani hanno ignorato un fatto piuttosto interessante. I familiari del cantante – come noto schierato politicamente a destra –  hanno dichiarato non gradita la presenza ufficiale di esponenti del Front National.

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Ammiratissima voce radiofonica di Rai Radio 1, John Vignola è anche autorevole esperto di musica. Ha collaborato per anni con riviste quali Rockerilla e Mucchio Selvaggio, oltre a occuparsi di rock e dintorni per diverse testate “generaliste”. Faticherebbe a vivere felice senza i Beatles.

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