membranes cover

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di Antonio Vivaldi

Dopo il Pop Group ecco ritornare anche i Membranes. Nel primo caso l’assenza era stata di 35 anni, qui soltanto di 26. Può trattarsi di concomitanza, ma è indiscutibile che negli ultimi tempi siano emersi pochi nuovi nomi in chiave radical-arrabbiata (giusto gli Sleaford Mods, incazzati sempre e comunque) e così tocca alla vecchia guardia del settore ritornare in scena. D’altronde i tempi sono tristemente perfetti. Nel 1989 ci fu la caduta del Muro di Berlino e l’inizio del Nuovo Ordine Mondiale, nel 2015 a dettar legge c’è il Fondo Monetario Internazionale, la perfetta realizzazione di quel nuovo ordine.
I Membranes di oggi sono un filino diversi da quelli di allora, per quanto la base ideologico-concettuale resti invariata. Intanto il lavoro ha uno spunto di partenza più ‘cosmico’ fornito da un incontro con il ricercatore del Cern Joe Incandela. Sulle meditazioni relative alle forze primordiali ed eterne che muovono l’universo (incluso il Bosone di Higgs, apprezzato anche da Nick Cave) s’innestano le considerazioni, da sempre care ai Membranes, dedicate alla debolezza dell’uomo nello spietato XXI secolo: “Il mio corpo scricchiola, ma la mia mente è così viva […] So troppe cose/ Le percepisco tutte/ E questo mi disgusta”.
La novità sonora è data invece da una maggiore articolazione delle tecniche di assalto. Siamo sempre in un ambito fra post-punk e avanguardia, con chitarre furibonde, ritmiche oscure e pulsanti e testi declamati; in un contesto così severo trovano tuttavia spazio momenti più meditati e quasi arcani, come la splendida In The Graveyard, dall’andamento alla Joy Division e forse ispirata dalla morte del padre del frontman del gruppo, John Robb.
Stabilito che Dark Matter/ Dark Energy regge bene temi e suoni tanto impegnativi lungo tutti i suoi 60 minuti, possiamo dire che i Membranes vivono e lottano con noi. Un bell’aiuto.

7,5/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=kE9taFzaKx8

The Universe Eplodes Into A Billion Photons Of Pure White Light

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