Monomania: novità in casa Deerhunter
Dopo frequenti cambi di line-up e anche di direzione musicale, la band di Bradford Cox, in attività dal 2001, sembra aver trovato con Monomania una cifra espressiva di sicuro impatto; il nuovo LP abbandona infatti lo sperimentalismo di Halcyon Digest per un suono più diretto a tinte garage-rock. Dall’ambient punk al nocturnal garage si potrebbe dire, volendo seguire le autodefinizioni della band, ma questo garage notturno ha bisogno di qualche chiarimento. Intanto, a un primo ascolto Monomania rischia di convincere solo a metà; le tracce sono tutte gradevoli, ma si ha quasi l’impressione di un insieme di canzoni scollegate tra loro, che iniziano e finiscono senza troppa cura e che si succedono anche con una certa casualità nella costruzione della scaletta.
I Deerhunter dinanzi alla tradizione del rock americano
In realtà così non è, ma per comprenderlo bisogna concentrarsi su alcuni brani-chiave: certamente la title-track, poi almeno la super-melodica Neon Junkyard, le intrusioni noise di Leather Jacket II, il quasi-beat di Pensacola, la sognante (come da titolo) Sleepwalking, e poi soprattutto la magnifica T.H.M. con le sue chitarre stile Feelies e un Cox che si rivela vocalist di classe. La forza di Monomania, alla fine, risiede nella capacità di inscriversi in una tradizione rock ‘classica’ senza rinunciare alle peculiarità del band e alla visione poliedrica del suo leader; il che non ne fa solo il loro disco migliore, ma anche uno fra i più belli usciti quest’anno.
8,2/10