son of rogues

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A giudicare dalle uscite discografiche recenti sembra davvero che la ‘tradizione’ sia la nuova musica o, come i titoli di stato, rappresenti un bene sicuro e affidabile in tempi incerti. Nel giro di un paio di giorni sono infatti arrivati   Child Ballads di Anaïs Mitchell e Jefferson Hamer, il tributo agli Everly Brothers di Dawn Mc Carthy e Bonny Prince Billy e, più ampio e ambizioso di tutti, questo Son Of Rogues Gallery. Si tratta del secondo volume di un progetto ideato da Hal Willner (con i suoi album-tributo l’inventore del mainstream alternativo) insieme all’attore Johnny Depp e al regista dei primi due film della serie Pirati dei Caraibi Gore Verbinski. Il primo volume, intitolato Rogue’s Gallery era uscito nel 2006 e aveva proposto canzoni marinaresche  quasi tutte tradizionali con l’accento posto sui chantey, i canti di lavoro. Fra i partecipanti alcuni nomi importanti del folk inglese, da Richard Thompson a Martin Carthy, e diverse star del rock intelligente come Lou Reed, Bono, Nick Cave e persino Sting. I buoni riscontri ottenuti hanno spinto i tre ideatori a ritentare l’impresa, che è stata portata avanti, a quanto pare, con qualche fatica e anche qualche novità concettuale. Spiega Willner:  “Circa un anno fa mi venne segretamente da pensare che non saremmo mai riusciti a finirlo. Se per il volume 1 era stato tutto facile, qui stava capitando il contrario, ma d’altronde si tratta di un disco molto diverso. Questo sembra più… felice? Non si parla troppo di tortura, sodomia e morte e qualcuno potrebbe restare deluso, ma non dovevamo per forza di cose ripeterci, non è vero?”.

In effetti Son of… ha un approccio meno folk e nell’insieme più vario rispetto alla prima uscita, con qualche brano contemporaneo e con tocchi rock, caraibici e anche reggae, come nella Off To Sea Once More cantata da Macy Gray. Il primo cd è decisamente vivace e propone diverse situazioni curiose fra cui Asshole Rules The Navy, con Iggy Pop crooner da taverna accompagnato dagli accordion di A Hawk and A Hacksaw, e una Shenandoah che mette insieme gli sgarrupati famosi Tom Waits e Keith Richards (erano già stati notevoli in un pezzo dell’ultimo album di Waits – un intero lavoro come duo non sarebbe una cattiva idea). Il secondo cd è più scialbo: un paio di ospitate di amici attori come Tim Robbins e Anjelica Houston, qualche esperimento così così (Todd Rundgren) e soltanto un intenso ed essenziale Marc Almond (a lui i marinai fanno sempre un certo effetto) a lasciare davvero il segno.

Nelle note di copertina Willner lascia balenare la possibilità di un terzo volume. Nel caso della serie cinematografica Pirati dei Caraibi, proprio il terzo film aveva cominciato a stancare, qui si vedrà. Potrebbe essere un’idea privilegiare materiale di composizione più recente.

7,4/10

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