di Fausto Meirana
Le canzoni che Scott Matthew ha incluso in Unlearned fanno parte di un suo intimo juke-box, spalmato tra infanzia, adolescenza e maturità. La tracklist spazia infatti dai primi anni Settanta fino all’altro ieri, tolto il brano di Charles Chaplin, Smile, quasi ottuagenario. Dopo il convincente Gallantry’s Favorite Son, la scelta di un album di sole cover poteva sembrare azzardata, se ricordiamo, per esempio, gli esiti dell’incerto Twelve di Patti Smith. In questo caso le canzoni sono certamente ‘disimparate’ (così suggerisce il titolo), magari de-costruite, ma mai tradite; la melodia originale resta al centro della versione, cambia l’arrangiamento, ma non lo spirito; la voce di Matthew è carica di pathos e la strumentazione, scarna ed efficace non fa che esaltare le melodie; la Darklands dei Jesus & The Mary Chain è parecchio rock, almeno quanto si può definire rock lo Springsteen di Nebraska, nella No Surprises dei Radiohead si riconoscono sia l’ipnotico carillon che l’oscura tensione drammatica, e la malinconia di un’assenza riempie inevitabilmente le versioni di Jesse (Janis Ian) e Love Will Tear Us Apart. Su tutte, indimenticabile e coraggiosa, splende comunque la versione di I Wanna Dance With Somebody, dal repertorio di Whitney Houston. Da qualche parte, nei meandri della rete, si trova una versione con quattro pezzi aggiunti: Anarchy In The Uk, Shipbuilding, Walk On By e Territorial Pissings, così, tanto per dire: Sex Pistols, Costello, Bacharach e Nirvana! Buona caccia, ma ci si può anche ‘accontentare’ del lungo brivido di 54 minuti dell’Unlearned ‘reale’ senza rimanere delusi.
8/10
Seguiteci su Facebook:
https://www.facebook.com/groups/282815295177433/
e su Twitter:
httpv://www.youtube.com/watch?v=Unq5Mc_0X94
Scott Matthew – To Love Somebody