St. Vincent - All Born Screamng

All Born Screaming, ovvero l’ennesimo “disco della maturità” di St. Vincent.

All Born Screaming è, almeno, il terzo “disco della raggiunta maturità artistica” per uno dei personaggi più interessanti dell’attuale panorama musicale internazionale. Stiamo parlando di Anne Erin Clark, aka St. Vincent che nel 2014 e successivamente nel 2017 ha convinto critica e fan con due album piacevolmente spiazzanti nella loro originalità e perfezione. Si tratta di St. Vincent e Masseduction, usciti dopo quel gioiello chiamato Love This Giant (2012) in cui la nostra duettava con un  partner, nonché maestro e pigmalione, d’eccezione: David Byrne.

Arrivando a questo decennio, nel 2021 c’era stato Daddy’s Home, altro capitolo significativo e particolare con una full immersion in un personaggio e in un periodo storico-sonico ben preciso: gli anni ’70. D’altro canto si sa che  il trasformismo è un elemento chiave della cifra stilistica di St. Vincent. Infatti eccola oggi voltare nuovamente pagina e presentarsi con un lavoro tra i più intensi e personali di un’onoratissima carriera.

Il nuovo album

All Born Screaming (Total Pleasure VMG) è un’opera straordinaria che mescola abilmente elementi rock, art-pop e molto altro facendo tesoro degli insegnamenti di grandi maestri che sembrano pervadere l’intero lavoro. Oltre al già citato Byrne aleggiano i fantasmi di David Bowie, Prince e altri pilastri di un genere qui rivisitato magistralmente. L’album è caratterizzato da un’energia e una creatività che catturano l’attenzione sin dal principio.

St. Vincent, per la prima volta in veste di produttrice (coadiuvata da Cate Le Bon e Dave Grohl), ci trasporta con immediatezza cristallina nei meandri più cupi dell’umana esistenza (già il titolo la dice lunga) facendo i conti con dolori, perdite e speranze. Ancora una volta, l’artista americana dimostra una capacità straordinaria nel creare sonorità che sfidano le convenzioni e stupiscono. A fare da collante è un talento di autrice che si è notevolmente affinato. All’interno di una dimensione di patchwork sonoro e di piacevolissima disomogeneità, le melodie risultano contagiose, azzeccate e particolari così come la personalità impressa nell’album. 

Le nuove canzoni

Si parte in sordina con due ballad viscerali ed eccentriche nella costruzione. Hell Is Near e Reckless non rappresentano lo spirito dell’intero lavoro, ma sono un ottimo biglietto da visita e ci traghettano direttamente ai tre singoli dallo spirito più rock, ovviamente alla maniera di St. Vincent. Broken Man, Flea e Big Time Nothing pur non sorprendendo funzionano perfettamente. Si prosegue con altre due chicche di Bowiana memoria, Violent Time e The Power’s Out,  per avviarci al gran finale con altri tre titoli ineccepibili e stavolta piuttosto sorprendenti: So Many Planets, Sweetest Fruit e All Born Screaming. Valeva la pena citare tutte e dieci le dieci nuove tracce visto che rappresentano la summa dell’idea di musica di St. Vincent, un’artista che non tocca il cuore ma scuote i nervi.

St. Vincent – All Born Screaming
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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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