Ron Peno

Un ricordo di Ron Peno, voce dei Died Pretty.

Ci sono i musicisti che ricordiamo, alla scomparsa, perché hanno fatto la storia del rock, ed è il caso di Robbie Robertson. Ci sono quelli che invece ricordiamo perché, come Sinead O’ Connor, sono rimasti nella memoria collettiva per canzoni e/o per la difficoltà, resa pubblica, della loro esistenza. E poi ci sono quelli che ci hanno colpiti individualmente, in qualche momento delle nostra vita, e che ci portiamo con noi: non saranno importanti, su un piano generale, come quelli appena citati, ma per qualcuno hanno significato molto di più. Ecco, per me Ron Peno, voce dei Died Pretty, morto l’11 agosto scorso, è esattamente questo.

Dall’Australia con furore

Ronald Stephen Valentine Peno era nato il 26 luglio del 1955 a Gosford nel New South Wales australiano e nel corso degli anni ’70 ha fatto parte di diverse band della scena locale, ispirata al glam rock e al rock americano con in testa la triade sacra Velvet UndergroundStoogesNew York Dolls. In Australia, verso la metà del decennio, suonavano i grandissimi Radio Birdman di Deniz Tek e Rob Younger, vero trait d’union fra la musica delle band suddette, e il punk nascente.

Nel 1979, trasferitosi a Brisbane, Ron Peno fonda con Mick Medew gli Screaming Tribesmen, che avranno poi una carriera senza di lui. Nel 1983 forma un gruppo rock, i Final Solution, con Frank Brunetti alle tastiere (importantissime nell’economia del suono della band) e Brett Myers alla chitarra solista e ai cori, entrambi provenienti da altre band. Brevemente Rob Younger è il loro batterista, ma dopo cinque concerti a Brisbane cambiano nome in Died Pretty, scelto da Peno nonostante il moderato entusiasmo degli altri. A quel punto la band si trasferisce a Sydney, dove si aggiungono Colin Barwick alla batteria, in sostituzione di Younger, e Jonathan Lickliter al basso.

Ron Peno e i Died Pretty

I Died Pretty firmano con la Citadel Records – dove Younger lavora come produttore – e nel 1984 pubblicano i due singoli che me li fanno scoprire: Out of the Unknown e Mirror Blues. Ron Peno e Brett Myers sono gli autori, e lo rimarranno anche per il futuro.

Nel 1985 esce l’EP Next To Nothing e l’anno successivo il primo LP, Free Dirt. Seguiranno Lost (1988), Every Brilliant Eye (1990), Doughboy Hollow (1991), Trace (1993), che dà un buon successo commerciale, Sold (1996), Using My Gills As a Roadmap (1998) e Everydaydream. Si sciolgono nel 2002, Ron Peno milita in altre band, ma evidentemente i Died Pretty restano nel cuore, perché la band con diversi elementi originari si riforma per qualche concerto negli anni ’00, anche dopo che si manifesta un tumore all’esofago, combattuto inizialmente con buoni risultati, e che ora l’ha portato via.

L’Australia

Nella mia memoria, Ron Peno si avvicina a un altro protagonista di quell’epoca prematuramente scomparso, Damien Lovelock (21 maggio 1954 – 3 agosto 2019) dei The Celibate Rifles, non perché la musica fosse simile, ma perché entrambe mie grandi passioni australiane di un’epoca nella quale impazzava il synth-pop. I Died Pretty con la loro musica lisergica, con la voce acida di Ron Peno, mi facevano immaginare un’Australia immensa, vuota, misteriosa e incontaminata. In particolare, la loro produzione fra 1984 e 1986 resta ineguagliata per intensità e invito a riscoprirla nella bella riedizione di Free Dirt uscita nel 2008, che raccoglie anche i primi singoli e l’EP.

DIed Pretty

Finalmente, molti anni più tardi, l’ho visitata l’Australia, e l’ho trovata esattamente così, come sulle copertine di Out of the Unknown, Mirror Blues e Free Dirt. O forse non è così, ma io la vedevo come i Died Pretty me l’avevano fatta immaginare: e come sappiamo, si viaggia prima e soprattutto con la mente.

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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