49 Swimming Pool + The Apartments
Una bella sera di settembre, una puntata rapidissima a Parigi per un concerto, la speranza che ne sia valsa la pena, e alla fine un momento memorabile, una di quelle occasioni rare in cui ti aspetti un bel concerto e ne vedi persino due! Sì, perché il motivo del viaggio è il ritorno in Francia dei The Apartments di Peter Milton Walsh per un breve ma intenso tour: già un’occasione in sé, ma quest’anno si aggiunge un nuovo, bellissimo disco, No Song No Spell No Madrigal, che viene eseguito live per la prima volta.
Ma andiamo per ordine: ad avviare la serata ci sono i francesi 49 Swimming Pool, che conosciamo solo di nome, per il fatto che nel 2009 e nel 2012 hanno aperto per gli Apartments, e perché al loro cantante (e talvolta chitarrista e tastierista) Emmanuel Tellier si deve il ritorno sulla scena di Walsh. Lo scorso anno il gruppo ha pubblicato il terzo disco, Songs Of Popular Appeal, dal quale sono tratte molte delle canzoni del concerto. E che concerto! I quattro musicisti (tutti molto bravi, ma una menzione speciale va al batterista-polistrumentista Fabien Tessier, che vedremo dopo alle tastiere con The Apartments) hanno charme, canzoni davvero belle (Shiver Shiver su tutte, con un finale epico) e danno vita a quarantacinque minuti di musica pop di ascendenza americano-australiana di altissimo livello. Grande scoperta e acquisto immediato del disco.
Robert Forster e Peter Milton Walsh
Verso la fine, sulla coda di una canzone, Tellier dice “un po’ à la Go-Between” e annuncia la presenza in sala di Robert Forster. Lo vedremo alla fine, nella hall della Gaîté Lyrique, scambiare quattro chiacchiere con un Peter Milton Walsh stanco, ma disposto a firmare autografi per tutti i fans che si accodano, alcuni in possesso di vecchi vinili che neppure lui pare riconoscere.
Gli Apartments presentano No Song No Spell No Madrigal
E veniamo, appunto, agli Apartments. La band è in scena dopo giusto un quarto d’ora dalla fine del primo concerto, attacca le note iniziali di No Song No Spell No Madrigal sulle quali compare Walsh, elegante e con gli occhiali scuri, che srotola il filo del microfono e canta: i saluti sono riservati a un momento successivo. Dei concerti del 2009-12 ho visto solo i filmati online, ma l’attitudine mi pare differente, molto più “scenica”, molto meno statica. D’altra parte, la canzone ha un testo filmico, e così va interpretata. Perfetta. Segue tutto il resto, nel medesimo ordine del disco, con una band ricca e precisa, che restituisce la meraviglia che accompagna l’ascolto delle otto tracce registrate. In questa prima fase Walsh si limita a un “Bonsoir Paris”, e in effetti l’intensità è tale da non voler essere interrotta da chiacchiere.
La sequenza di No Song No Spell No Madrigal eseguita dal vivo
Verso la fine, quando si arresta il crescendo della tragica e magnifica Swap Places, che Walsh aveva cominciato con il dorso della mano sugli occhi, sembra di uscire da una sorta di magica apnea. A quel punto ringrazia il pubblico che ha applaudito calorosamente otto canzoni nuove “in a row” e regala qualche brano dai dischi precedenti. Things You’ll Keep, All You Wanted, l’irresistibile On Every Corner, per concludere su Everything Is Given To Be Taken Away. Sullo sfondo alcune belle immagini coronano la magia della musica. I musicisti vengono presentati, Walsh è divenuto via via più loquace, ma la prima parte, purtroppo, è già finita.
Il repertorio degli Apartments di scena alla Gaîté Lyrique
Tanti applausi e sono tutti subito sul palco per una delicata e arpeggiata Mr Somewhere, una magnifica Sunset Hotel e poi la conclusione elettrizzante di The Goodbye Train, uno dei pezzi più belli, per musica e testi, degli anni Novanta, sul quale è impossibile star fermi. Finale magnifico, anche se resta un po’ di rimpianto per qualche canzone che avremmo ancora voluto sentire: Thank You For Making Me Beg in testa. Magari la prossima volta. Magari presto.