GLEN HANSARD 29 09 15 Paris

GLEN HANSARD 29 09 15 Paris

di Mariangela Macocco

Il passaggio di Glen Hansard alla Cigale, allo stesso tempo atteso ma finito un po’ in sordina, assomiglia molto al cantautore irlandese. Glen Hansard può contare su un pubblico fedele ed eterogeneo: nella piccola sala di Montmartre ci siamo dati l’appuntamento, senza troppo clamore, fan di vecchia data e nuovi ammiratori, incuriositi dall’ultimo lavoro del musicista dublinese, appena pubblicato, Didn’t He Rumble.
Glen Hansard è abitualmente molto attento alla scelta degli artisti che aprono i suoi concerti: ricordiamo tutti che nel 2012 all’Alhambra c’era, ad aprire le danze, la bravissima Lisa Hannigan. Alla Cigale, invece, lunedì scorso, c’era Mark Geary, musicista simpatico e talentuoso che ci ha regalato dei brani folk dal contenuto estremamente personale e autobiografico.
L’ingresso di Hansard in scena è sulle note di Philander dall’album Rhythm And Repose. Subito dopo, ci spiega Hansard, particolarmente loquace e felice di comunicare con il pubblico presente, è il momento delle canzoni del nuovo album: si tratta di canzoni suonate in concerto per la prima volta, dal momento che quella di Parigi è la prima tappa di questo tour europeo. I brani scelti per rompere il ghiaccio sono ottimi e in versione live assumono un fascino incredibile: Just To Be The One, Winning Streak e My little Ruin, già bellissime su disco, dal vivo – anche grazie alla simpatia e al carisma di Hansard – diventanto brani trascinanti, capaci di scaldare immediatamente la sala, attenta alla musica come ai racconti un po’ da cantastorie di Glen.

httpv://www.youtube.com/watch?v=I8yFJa7px5c

Scopriamo così, fra le altre cose, come è nata My Little Ruin, brano dedicato da Glen Hansard a un amico sfortunato in amore e capace di rovinare tutte le sue storie sentimentali. Il titolo invece è tratto da un vecchio film francese, Les Diaboliques con Simone Signoret e così, con questo simpatico aneddoto, anche il pubblico francese è conquistato.
Brani del repertorio vecchio e nuovo si susseguono: When Your Mind’s Made Up e Leave dell’epoca degli Swell Season, Revelate dal repertorio dei The Frames si alternano ai pezzi nuovi, Paying My Way, Her Mercy ma soprattutto le meravigliose Lowly Deserter e Wedding Ring che vedono la presenza luminosa di Curtis Fowlkes alla tromba nel primo caso e alla voce nella secondo.
C’è spazio anche per una cover di un brano di Van Morrison, Astral Weeks, e una trascinante versione di High Hope sempre da Rhythm And Repose, che fa letteralmente cantare tutta la sala.
Si arriva ad una prima pausa che precede il ritorno in scena di Hansard per gli encores.

httpv://www.youtube.com/watch?v=UnHQ-ZXunQs

Falling Slowly – brano vincitore del premio Oscar – non può certo mancare, ma è solo un assaggio. Mark Geary ritorna sul palco per It Beats Me, brano cantato assieme ad Hansard e al resto della band, Gold, cover di un pezzo degli Interference e The Auld Triangle, vecchia ballata irlandese, che diviene l’occasione per una esibizione collettiva, cantata da tutti, ciascuno una strofa, da Hansard come dai suoi musicisti  fino ad arrivare ai tecnici di scena e al pubblico.
Una magnifica serata irlandese, divertente e allegra, trascorsa con un musicista assieme talentuoso e simpaticissimo che consiglio di non perdere se capita l’occasione.

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