Concerto: Alessio Boni e Omar Pedrini - 66-67

1-11-2019: Alessio Boni e Omar Pedrini presentano 66/67 al Teatro Palazzo di Bari.

66/67 sono le date di nascita di Alessio Boni e Omar Pedrini. Il bello e originale spettacolo nasce dai desideri, da bambini, dei due (il primo bergamasco, il secondo bresciano): Boni sognava di diventare una rock star, Pedrini di essere “da grande” un attore. Il percorso messo ottimamente in scena attraversa parole, dichiarazioni e periodi storici, brani recitati e suonati, passando da Bob Dylan agli Oasis, dai Pink Floyd ai REM, da Bob Marley a David Bowie.

Concerto: Alessio Boni e Omar Pedrini - 66-67

Boni e Pedrini bene accompagnati sul palco

Il racconto, creato dallo stesso Alessio Boni e da Nina Verdelli, raccoglie citazioni e testimonianze dei vari gruppi e cantanti, ma è soprattutto la suggestiva recitazione di Alessio Boni dei testi dei vari pezzi  che introduce e dà il via alla musica della ottima band diretta da Omar Pedrini, chitarra e voce, dal basso di Larry Mancini, dai tempi della batteria di Stefano Malchiodi e dalla particolare voce, chitarra elettrica e tastiera di Carlo Poddighe, che merita una citazione particolare per la sua bravura ed ecletticità.

Un viaggio nella musica attraverso i decenni

Punto di partenza non poteva essere che la mitica Blowin in the Wind, Joan Baez e Bob Dylan, con le risposte a vari interrogativi, più che mai attuali, che “soffiano nel vento”. Belle, anche se meno conosciute dal grande pubblico, Mother di John Lennon e Redemption song, il pezzo meno reggae di Bob Marley. Fantastica e ben eseguita la struggente Wish You Were Here,  immortale come gli stessi Pink Floyd. Non da meno Walk on the Wild Side, dal testo esplicito e crudo, ma dalla magnifica musicalità.

 

Simon & Garfunkel con The Sound of Silence, ciao oscurità mia vecchia amica … Il clou arriva però con l’incomparabile Heroes, magistralmente eseguita, con una chitarra elettrica acuta e tagliente come una spada ed il bravo Pedrini che la regge e canta benissimo.

C’è spazio anche per qualche classico italiano

Si passa dai REM Everybody Hurts, un inno a tenere duro (“hold on”), agli Oasis dei fratelli Gallagher, agli Smiths, con intermezzata la bellissima Sole Spento dei Timoria di Pedrini. Gran finale con Alessio Boni che canta Gaber, il giusto mix tra musica e teatro, mirabile scelta. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono … E bis travolgente con David Bowie e la sua Heroes, per fortuna riproposta. Finalmente il pubblico di Bari si alza e si lascia andare, tutti in piedi in un tripudio generale di “we can be heroes just for one day”.

Ben oltre i soli anni 66/67, Alessio Boni e Omar Pedrini promuovono una riflessione sul valore della musica

Bella l’idea, bella l’esecuzione tra testi recitati e i live di alcuni dei brani più significativi nella storia della musica, un giusto successo ed un sold out meritatissimo. Un coinvolgente viaggio, un ripercorrere anni e pezzi musicali indimenticabili e intramontabili, per chi come me è classe ‘60, ma anche per i più giovani, una lezione di ciò che un tempo la musica ha rappresentato, tra creatività, voglia di libertà e di lotte politiche e sociali per un mondo migliore.

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Partito da una grande passione per Neil Young e per il prog negli anni '70 (dai Genesis a Le Orme), è arrivato alla new wave amando sopra tutti i Sound di Adrian Borland e i Joy Division. Adesso ascolta quello che gli piace senza limiti di generi, lasciandosi sorprendere dai System of a Down o dai The xx.

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