Ancora sorprese dagli archivi di Bob Dylan.
Il viaggio fra i tesori nascosti di Bob Dylan prosegue con Travelin’ Thru – Bootleg Series Vol.15 che ci accompagna negli anni immediatamente successivi alla sosta determinata dall’incidente del 1966. Dylan si ritira nella sua casa e sembra poco interessato a ritornare sulla scena musicale ma raccoglie splendida musica già documentata dai Basement Tapes, registrati con la Band.
I tre cd di Bob Dylan – Travelin’ Thru
Di questa raccolta di tre cd, il primo è davvero molto interessante: raccoglie le prove, registrate fra ottobre e novembre 1967 per John Wesley Harding. Dylan ha chiaro in mente cosa vuole. Voce, chitarra basso e batteria. Un suono scarno che riesca a riflettere il suo stato d’animo, certamente un suono lontanissimo da quello che aveva segnato la trilogia immediatamente precedente (Bringin’ It All Back Home, Highway 61 e Blonde on Blonde). Tutti i sette brani sono molto interessanti anche perché inediti – a memoria direi nessun bootleg li aveva mai diffusi.
Bob Dylan versione country
Il resto del disco 1 ci offre le prove di studio di Nashville Skyline: su tutte Country Pie con un ispirato Charlie Daniels alla chitarra. E poi il “vero” inedito: Western Road che, forse, era sempre stato indicato come generico “blues” nelle diverse edizioni delle Bob Dylan Recording History (G. Dundas e Olof Björner) e che non era mai stato pubblicato. Non siamo di fronte a un capolavoro ma ad una “novità'” di rilievo.
https://youtu.be/TBP7EWHxobg
Il secondo e parte del terzo cd sono dedicati alle sessions con Johnny Cash. Atmosfera rilassata, chiacchiere, risate, errori nei testi, scambio di canzoni e veloce viaggio fra classici della tradizione. Divertente è ascoltare Dylan fare lo yodel alla Jimmy Rogers. Chiudono la raccolta due outtakes da Self Portrait e le registrazioni con Earl Scruggs.
Bob Dylan – Travelin’ Thru – Bootleg Series Vol.15: almeno un cd è indispensabile
Ancora una volta un’ottima raccolta di gioielli, corredati da un booklet con interessanti riproduzioni dei manoscritti di Dylan. Personalmente, credo che il primo dei tre cd sia un vero “must”.
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