Fatoumata Diawara front

Il festival H/EARTHbeat ospita Fatoumata Diawara.

A distanza di un anno si è ripetuta a Firenze l’esperienza di H/EARTHbeat, originalissima quanto azzeccata formula di festival “diffuso”: sia nel tempo – iniziato il 21 ottobre, vedrà il suo epilogo il prossimo 10 dicembre – sia nello spazio dal momento che si svolge in numerose e differenziate locations all’interno della città. Musiche dal mondo, come recita il suo “sottotitolo”, e le proposte sono effettivamente indicative di tradizioni musicali le più varie e anche lontane tra loro, con una rappresentanza anche della musica popolare italiana. È però indubbio che gli ospiti dai nomi più conosciuti e altisonanti appartengano al continente africano. Se nella prima edizione uno dei momenti culminanti era stato impersonato da Sona Jobarteh e dalla sua kora, quest’anno è stata la volta del blues tuareg di Bombino e di Fatoumata Diawara.

Fatoumata Diawara, Firenze, Teatro Puccini, 20 novembre 2023

La cantante-attrice maliana – ma ivoriana di nascita – si è presentata sul palco accompagnata dalla sua chitarra e da una affiatatissima band multietnica (Jurandir Santana all’altra chitarra, Juan Finger al basso, Fernando Tejero alle tastiere e Willy Ombe alla batteria). Per la verità, all’inizio è stata la band da sola ad esordire con una sorta di ouverture strumentale che ha subito scaldato l’atmosfera. Poi, dopo pochi minuti, è entrata in scena lei, contemporaneamente regina e sciamana in un elegantissimo e coloratissimo abito lungo dall’amplissima gonna, attraversato a metà da una Epiphone SG bianca che ha tenuto a tracolla per tutta la prima parte del concerto e uno sfarzoso e appariscente copricapo, cambiato per due volte prima della fine. Non chiedeteci i titoli dei brani, né tantomeno, per ovvi motivi, un commento sui testi.

Fatoumata Diawara Firenze

La band

Possiamo dirvi soltanto che Fatoumata e la sua band hanno dato vita ad un concerto di due ore composto da una decina di pezzi molto “dilatati”, fondati su un tessuto armonico in teoria semplice (due, tre accordi al massimo) ma trascinanti come pochi: un afrobeat con sfumature funky, jazz, blues e chi più ne ha più ne metta – ci è sembrato di cogliere anche qualche accento reggae –, il tutto al servizio di una voce splendida e di un talento interpretativo non comune. Molto belli anche i cori, anche se il fatto che fossero registrati ha forse a momenti imbrigliato un po’ le capacità di improvvisazione della band, che non hanno però mancato di venir fuori in pieno nei momenti in cui la regina ha lasciato loro il palco per modificare il suo look.

Fatoumata Diawara, oltre la musica

Ma Fatoumata non è soltanto una grande cantante e performer, bensì anche una donna impegnata in prima persona per i diritti delle donne, in particolare di quelle africane. Memorabile un suo accorato appello per far cessare la crudele pratica dell’infibulazione, ancor più crudele perché praticata quasi sempre da donne contro altre donne: anzi, meglio sarebbe dire “bambine”. Ma in generale tutti gli intermezzi, per così dire, “recitativi” sono stati dedicati ad una orgogliosa rivendicazione della libertà delle donne: Fatoumata Diawara pretende giustamente di essere “free as a bird”, frase che ha ripetuto spesso, e rivendica lo stesso diritto per tutte le donne.

Fatoumata Diawara Festival

 

Da un certo punto in poi il concerto si è trasformato in una festa che ha coinvolto il pubblico – trascinato tanto dalla musica quanto dalla commossa combattività di Fatoumata – buona parte del quale non è più riuscita a star seduta nelle comode poltrone del teatro e si è messa a ballare sotto il palco. E sul finale, dopo aver chiamato sul palco stesso i due figli e il marito – fra l’altro italiano, come lei stessa ha tenuto a precisare – ha invitato a salire e a ballare con lei anche alcuni bambini delle prime file che, sulle prime un po’ spaesati, si sono presto fatti coinvolgere dall’atmosfera. Un doveroso plauso agli organizzatori del festival per essere riusciti a portare a Firenze una tale artista.

Fatoumata Diawara

print

“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.