Federico Sirianni e Greg Cohen a La Claque – Genova, 24 aprile 2019.
Ci sono solo una quarantina di persone alla Claque di Genova, ma l’appuntamento è piuttosto importante, anche se incastrato un po’ a forza nel lungo ponte pasquale. Il cantautore Federico Sirianni, gloria genovese in esilio a Torino, porta in città l’immenso talento del contrabbassista americano Greg Cohen. Lo storico collaboratore di Tom Waits, e di molti altri artisti anche nostrani come Mimmo Locasciulli e Vinicio Capossela, si trova in Italia per il Torino Jazz Festival. Lì presenterà un progetto su Duke Ellington e Thelonious Monk assieme alla chitarrista e cantante napoletana Eleonora Strino, anch’essa presente sul palco della Claque.
Greg Cohen ed Eleonora Strino in chiave jazz club
La serata è stata battezzata, con una certa facilità, Waiting For Waits, ma in realtà il repertorio dell’elusivo storyteller è stato più evocato che eseguito. Comunque si sono ascoltati brani importanti come Christmas Card From A Hooker In Minneapolis, Tango ‘Till They’re Sore e Innocent When You Dream. Tutto ciò dopo un denso prologo di una mezzora dove Cohen e Strino hanno incrociato le corde in un’atmosfera da pregiato jazz club. Un prologo che crea una forte aspettativa ma anche qualche mugugno represso…
Federico Sirianni interpreta Tom Waits e se stesso
Federico Sirianni, qui in veste di maestro di cerimonie (e forse anche un po’ emozionato) ha contribuito con alcuni brani del suo ultimo album, Il Santo: la title-track, Ascoltami O Signore e L’Ultimo Blues Dell’Umanità. La scelta bilingue di quest’ultimo brano, che include la poesia in inglese Last Blues To Be Read Some Day, scritta da Cesare Pavese, è stata ribadita nell’esecuzione, a sorpresa, di un brano tratto dalla colonna sonora di Mary Poppins. Un vero peccato che l’ esecuzione di Reginella, annunciata tra scherzi e ammiccamenti sul palco, non abbia poi preso corpo. Il classico della canzone napoletana sarebbe stata la ciliegina sulla torta di una serata un po’ intima. Una serata forte negli intenti, ma appena un po’ acerba nella coesione tra i musicisti.