Flavio Giurato musicista ‘di culto’.
Ormai sempre più spesso mi trovo a dover ammettere la mia ignoranza, e mi è successo anche qualche giorno fa. Non avevo mai neppure sentito il nome di Flavio Giurato (peraltro recensito con entusiasmo da TTR) e quindi non so proprio cosa mi abbia mosso ad andare a un suo concerto. Forse il fatto che la programmazione musicale del Circolo Arci Il Progresso ben difficilmente mi delude. O forse proprio la curiosità di ascoltare un musicista a me totalmente ignoto. Da questa intro è facile capire che non me ne sono affatto pentito! E ho anche scoperto che si tratta di un cantautore “di culto”, con un suo pubblico affezionato che lo segue anche in trasferta e che ha riempito la sala tutt’altro che piccolissima de Il Progresso.
Flavio Giurato e Le Promesse del Mondo al Circolo Arci Il Progresso, Firenze, 26 aprile 2018
Flavio Giurato è in tour per promuovere il suo ultimo disco Le Promesse del Mondo, uscito nell’autunno scorso; e proprio i nove pezzi – quasi tutti piuttosto lunghi – del medesimo hanno costituito l’ossatura del concerto. Cominciamo col dire che al cantautore romano non manca certo il coraggio: ce ne vuole per mettere in piedi al giorno d’oggi un concept album, per di più su un tema così attuale e delicato come quello dell’emigrazione. E lo fa con tenera e lucida rabbia, senza nessuna concessione a pietismo e retorica; con un linguaggio poeticamente scarno, che mescola spesso anche nello stesso brano l’italiano con l’inglese, il napoletano e lo spagnolo.
Un cantautore alle prese con la contemporaneità
Il messaggio è chiaro: questo nostro mondo occidentale ha fatto promesse che non è stato – e quasi certamente non sarà – in grado di mantenere; ed ha disumanizzato anche i suoi abitanti e i suoi “custodi”, come narra il “talking blues” di Digos. Il pezzo eponimo, Le Promesse del Mondo, è un blues quasi rabbioso che si stempera a volte in un lirismo epico. Quello stesso andamento epico che caratterizza anche certi momenti di altri pezzi, come la bellissima Soundcheck, che apre disco e concerto. Epica e dolcezza si mescolano anche nella bella In Mezzo Al Cammino, con un riconoscimento – anche se non privo di una certa affettuosa ironia – alla predicazione e all’operato di papa Francesco.
I musicisti in tour con Flavio Giurato
Nel tour il cantautore romano è accompagnato dagli stessi affiatati musicisti che hanno collaborato al disco: Federico Zanetti al basso, Daniele Ciucci Giuliani alla batteria e Mattia Candeloro alla chitarra elettrica. Degno di nota, in particolare, il chitarrismo sommessamente “nervoso” di quest’ultimo, con effetti slide quasi sottovoce. A sottolineare ancor più la voce di Giurato, spesso quasi più “recitante” che “cantante” (ma sia chiaro che questo è un complimento, non certo una critica!). Non sono mancati in scaletta, anche su richiesta del pubblico, alcuni dei brani più significativi della precedente produzione del cantautore romano, come Il Tuffatore e il bellissimo La Scomparsa di Majorana. Insomma, un gran concerto. Con in più una curiosa particolarità, alla quale non siamo più tanto abituati: una divisione in due parti con tanto di breve intervallo. I fumatori, sottoscritto in testa, hanno ringraziato commossi.