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Garage-punk dalle tinte soul e una band che certamente meriterebbe di più

di Marina Montesano

In una Parigi dall’aria invernale e con la Senna a livelli preoccupanti un po’ di musica calda non può che aiutare. Eccoci quindi nella cantina della Mécanique Ondulatoire per una serata all’insegna del punk. Headliner della serata sono gli australiani Royal Headache, al loro primo tour europeo. In apertura un trio francese, gli Stalled Minds: buona scelta, perché la loro versione del punk, veloce, energico ma abbastanza melodico deve molto nei riff di chitarra ai mitici Radio Birdman. Hanno realizzato lo scorso anno un interessante EP omonimo con sei canzoni e stasera occupano bene il palco per una mezz’ora o poco più.

Un breve cambio di strumentazione ed ecco il quartetto di Sydney, con due LP alle spalle, l’ultimo dei quali, High, uscito nel 2015, è stato fra i dischi migliori dell’anno e certamente il più bello nella sua categoria. Categoria che non è poi così immediatamente definibile come potrebbe sembrare: suonano garage-punk, sì, ma la voce di Shogun conferisce una dimensione soul e rhythm and blues profonda che riporta alle origini del genere, sottolineata verso la fine del concerto dalla cover incendiaria di Teardrops di Womack & Womack.

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Va anche detto che le qualità vocali di Shogun sono inalterate dal vivo: la band soffrirà di qualche problema dovuto alla scarsa qualità del suono, pare di capire, al punto da tagliare corto su un brano bello qual è Carolina, ma nonostante il suono arrivi male agli interpreti (e davanti; molto meglio più in fondo come spesso succede in questo genere di sale) Shogun non manca una nota: veramente impressionante. La setlist mescola canzoni vecchie e nuove, incluso un inedito. Notevoli Another World e la splendida ballata Wouldn’t You Know, molto apprezzata Girls, la più famosa dal primo disco. Ma tutto il concerto fila bene, i brani sono veloci e senza fronzoli. Come nel video di Carolina, chitarrista e bassista suonano spalle al muro e Shogun sembra un leone in gabbia: un paio di volte si tuffa sul pubblico, microfono in mano, continuando a cantare.

httpv://www.youtube.com/watch?v=GIA0DqVgMFU

Carolina

Si vede, come sottolineato in diverse interviste, che il carattere non è facile. Vorrebbe tagliare corto anche il concerto per l’insoddisfazione rispetto al suono, ma il calore del pubblico lo spinge a restare e a chiudere bene. Suoneranno in Italia al Beaches Brew di Marina di Ravenna il 7 giugno. L’ingresso è libero. Chi può li vada a vedere, vale la pena, perché il rock non si nutre solo di grandi nomi, ma vive oggi come in passato anche di band che suonano per la pura passione e prendono le ferie dal lavoro per andare in tour.

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