di Fausto Meirana
L’entusiasmo che ha preceduto l’uscita di Remedy, nuovo disco degli Old Crow Medicine Show, è in parte dovuto alla messe di riconoscimenti che il gruppo di Nashville ha raccolto nell’ultimo anno; l’introduzione al Grand Ole Opry, un Grammy vinto grazie ad una colonna sonora e un disco di platino per le vendite di un singolo. Inoltre hanno collaborato fruttuosamente, come backing band, con il duo Gillian Welch-David Rawlings. Si tratta di un gruppo giovane, fresco e pimpante, e il tintinnare del banjo, unito agli svolazzi di violino e armonica, riscuotono sempre un buon successo, specie negli Stati Uniti. Visto dai nostri lidi il fenomeno sembra assumere contorni meno esaltanti, pur godendo ugualmente di buona stampa nel piccolo ranch delle riviste musicali nazionali. All’ascolto colpiscono positivamente il vigore e la coesione dei musicisti, ma dopo aver battuto un po’ il piedino e aver memorizzato due o tre ritornelli, la sensazione di déjà vu a metà strada fra bluegrass e alt-country si accentua sempre più senza scomparire mai del tutto. Come i loro cugini inglesi, i Mumford & Sons, risulteranno probabilmente molto divertenti dal vivo (nel caso la vostra vacanza coincida con una loro esibizione…), ma non certamente imprescindibili.
6/10
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Old Crow Medicine Show – Sweet Amarillo