Da Agadez, il nuovo disco degli Etran de l’Aïr: 100% Sahara Guitars.
Dopo quasi trenta anni di attività questo 100% Sahara Guitars è soltanto il terzo disco dei nigerini Etran de l’Aïr. Il motivo è presto spiegato: la band composta dai tre fratelli Ibrahim, due alla chitarra e uno al basso e da un amico di famiglia alla batteria, ha iniziato con strumenti di fortuna e autocostruiti come band per allietare le cerimonie nuziali, in un paese, il Niger, dove peraltro manca molto spesso l’elettricità. Col passare del tempo sono riusciti a procurarsi delle chitarre elettriche e una vera batteria e sono poi addivenuti nel 2018 all’esordio discografico con N°1, registrato dal vivo, grazie alla meritoria Sahel Sounds, etichetta di Portland gestita da Richard Kirkley da sempre alla ricerca di talenti nell’area subsahariana. Con Agadez del 2022, dedicato alla loro città, registrato in patria in uno studio mobile, hanno avuto un ottimo riscontro che li ha portati in tour in Europa e Nord America.
Registrato negli USA
100% Sahara Guitars già dal titolo ci indirizza immediatamente al cuore musicale del disco. È per la prima volta registrato in uno studio professionale a Portland e Los Angeles, ma pur trovandosi lontani dalla loro terra e da quel proficuo humus costituito dalla partecipazione alle feste e alle cerimonie popolari nelle quali sono cresciuti la loro musica non ha perso neanche un grammo di quella ribollente carica di spontanea gioiosità popolare che la contraddistingue. La copertina del disco con la band in viaggio su un motocarro a tre ruote ci dice chiaramente che pur calcando ormai i grandi palchi di festival e teatri occidentali, non intendono minimamente dimenticare le loro radici popolari, del resto la loro partecipazione alle feste in Agadez e altrove non si è mai interrotta.
Musica per danzare
L’aver lavorato in studio ha consentito al gruppo di allargare il loro spettro sonoro inserendo più chitarre al mix e qualche altro effetto come riverberi. Rispetto ad altri musicisti dell’area come Tinariwen, Mdou Moctar o Bombino, quella degli Etran de l’Aïr è musica nata per ballare, per unire nella festa la comunità, in questo senso pur non disdegnando temi sociali nelle loro canzoni non hanno l’impegno politico e militante che si ritrova in primo piani in altri musicisti dell’area come in quelli citati in precedenza. La loro è musica energica, adrenalinica, ipnotica e trascinante, l’intreccio delle chitarre crea armonie vorticose e impetuose come tempeste di sabbia, mentre la batteria martella ritmiche frenetiche e le voci hanno il carisma e la genuinità dei canti popolari.
Etran de l’Aïr – 100% Sahara Guitars mescola generi nei quali la chitarra è ancora lo strumento centrale
Nelle otto tracce, tutte oscillanti fra i 4 e i 6 minuti, troviamo influenze diverse, del resto la loro città natale è stata sempre un vivace centro di scambi, luogo di incontro di carovane commerciali e di migranti, ma anche sede fino ai primi mesi di quest’anno di una grande base americana, e vi possiamo trovare tracce di blues desertico, di musica araba, di surf rock (Erkimidiwane), di canto botta e risposta, di balli tribali.
Forse la gioiosità ribelle e anarchica del garage rock si è ormai trasferita in questa area geografica dove la chitarra elettrica è diventata il mezzo di espressione principale per i musicisti del Sahel e l’elettronica, al contrario per esempio di quanto accade in altre zone del Continente africano, non ha ancora attecchito. Lunga vita alle chitarre del Sahara!
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