Benjamin Gerard Coyle-Larner, in arte Loyle Carner, arriva al quarto album con Hopefully !
Loyle Carner, pseudonimo di Benjamin Gerard Coyle-Larner (nato a Lambeth nel 1994 e cresciuto a Croydon, nel sud di Londra), è un musicista britannico attivo nella scena hip hop contemporanea, noto per il suo stile intimo, riflessivo e arricchito da influenze jazz, definito “confessional hip-hop”. Il suo nome d’arte è una variante ottenuta scambiando le sillabe del suo cognome, un gioco linguistico che riflette, in parte, la sua esperienza personale con l’ADHD e la dislessia.
Carner ha esordito sulla scena musicale nel 2012 aprendo un concerto di MF Doom e ha pubblicato il suo primo EP, A Little Late, nel 2014, accolto positivamente dalla critica. Il suo album di debutto, Yesterday’s Gone (2017), è stato acclamato dalla critica ed è valso a Carner una nomination al Mercury Prize. Con il secondo album, Not Waving, but Drowning (2019), ha consolidato la sua reputazione grazie a testi personali e a uno stile musicale sofisticato.
Hugo
Nel 2022 ha pubblicato Hugo, un album profondamente autobiografico e riflessivo, scritto durante il lockdown da COVID. La sospensione della vita pubblica – concerti, backstage, festival – ha spinto Carner a un’introspezione più marcata, che si riflette nei testi. La nascita del suo primo figlio nel 2020 ha inoltre motivato il desiderio di lasciare una testimonianza sincera della propria esperienza di vita, in particolare quella di un giovane artista nero che affronta questioni identitarie e familiari. Dal punto di vista musicale, Carner dichiara il suo debito con Kendrick Lamar e To Pimp a Butterfly.
Hopefully !
In una scena britannica dominata in larga parte dal grime e dai suoni sintetici, il nuovo album Hopefully ! vede Loyle Carner andare in una direzione molto diversa, continuando a esplorare e ampliare i confini dell’hip-hop.
Il cambiamento più evidente riguarda l’aspetto vocale: Carner inizia infatti a cantare. Convinto dal produttore Avi Barath a registrare delle melodie vocali che credeva provvisorie, l’artista adotta una voce bassa, naturale e priva di manierismi. In brani come In My Mind, Lyin e Strangers, questa nuova vocalità dona autenticità e fragilità, rafforzando il tono emotivo. La seconda paternità – una bambina nata lo scorso anno – fa sì che il nuovo progetto sia meno abrasivo di Hugo.
La direzione intrapresa da Loyle Carner con Hopefully !
Musicalmente, Hopefully ! è anche il primo album registrato interamente con una live band, elemento che arricchisce l’impianto sonoro con influenze jazz, soul e indie. Il risultato è un suono più libero, quasi improvvisato, con non pochi legami con la recente produzione di Little Simz. Come ha dichiarato Carner a proposito delle sessions di registrazione: “Ascoltavo molta più musica della mia infanzia: The Smiths, The Cure, Bob Dylan, Stevie Smith, Elliott Smith — un bel po’ di Smith! — e anche cose nuove, come i Fontaines D.C.”.
In apertura, Feel at Home, contiene suoni etere, i e voci infantili. About Time tratta il conflitto interiore della paternità. La title track Hopefully !, che include un intervento postumo del poeta Benjamin Zephaniah, verte sul tema dell’insicurezza e della perdita. Il disco ha diversi assi: canzoni come In My Mind o Time to Go catturano subito l’attenzione. Allo stesso tempo, con Hopefully ! Loyle Carner pubblica un disco fatto per essere apprezzato nell’insieme; non ci sono momenti deboli, però neppure veri bangers: sebbene il disco stia andando bene dal punto di vista commerciale, questo potrebbe essere considerato un difetto.
Evidentemente, però, Benjamin Gerard Coyle-Larner è contento così, e va costruendo una solida carriera senza clamori e senza scorciatoie, ma proponendosi come una delle voci significative della sua generazione.
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