Il nostro John Vignola è stato a Venezia alla 71° Mostra del Cinema, ha visto un film che gli è piaciuto parecchio e ne ha tratto lo spunto per ricostruire brevemente le vicende del rapporto fra rock e cinema.
“A Venezia ho visto un film delizioso. Si chiama Jackie & Ryan ed è diretto da Ami Canaan Mann, la figlia di Michael Mann (il primo regista che, in Manhunter, si è occupato di Hannibal The Cannibal). E’ una bellissima divagazione su un tema classico del rock, ovvero il vagabondaggio della musica, ma anche degli esseri umani. Pare incredibile che ancora oggi ci possano essere dei vagabondi, degli hobo (in realtà è un termine tecnico per descrivere i diseredati o gli operai che non hanno più una fissa dimora). Il protagonista di Jackie & Ryan è un ragazzo che suona benissimo la chitarra e vive viaggiando sui vagoni merci di un’America che sembra quella di sempre. A bordo di uno di questi treni Jackie incontra una donna che forse gli salverà la vita, o forse no. La cosa interessante è che si tratta della storia vera di un eroe misconosciuto in Italia, ma molto noto in America, Ryan Bingham.
Ci sono moltissimi folksinger che possono ancora raccontare il rock. Il rock è cinema. Se togliamo le cose orribili tipo le colonne sonore dei film su Mandela degli U2 o certe favole un po’ ruffiane, è vero che il rock può raccontarsi benissimo al cinema e lo fa dai tempi del più importante film controculturale in assoluto: Monterey Pop, diretto da Donn Alan (D.A.) Pennebaker. Due anni prima di quel film, con la sua cinecamera rigorosamente a mano, Pennebaker si trovava a Londra quando, per coincidenza, c’era anche Bob Dylan e lo aveva filmato mentre litigava con Donovan, anzi metteva al tappeto Donovan. Insieme a Peter Whitehead, Pennebaker ha raccontato ciò che cambiava negli anni ’60 nel mondo della musica e del costume.
httpv://www.youtube.com/watch?v=1inL6s1htio&list=PL15F018401A863F42
Vi ricordate quella specie di videoclip in cui Bob Dylan fa scorrere i fogli con le parole chiave del testo di Subterranean Homesick Blues, mentre alle sue spalle occhieggia Allen Ginsberg con un bastone da passeggio? Ecco, Pennebaker lì faceva cinema con la musica, rendeva la musica manifestazione filmica. Ma attenzione: sia lui sia Whitehead non erano appassionati di rock, erano appassionati di storie. E così Pennebaker va nel backstage del Monterey International Pop Festival e per la prima volta ci fa vedere il mondo della musica com’è davvero, con Jimi Hendrix che suda e Ravi Shankar che ci scassa quasi l’anima e al tempo stesso ci ipnotizza con il lunghissimo raga che chiude la pellicola. Sono momenti in cui musica e cinema vanno di pari passo, momenti di grande naiveté, ma di grande comunicazione.
httpv://www.youtube.com/watch?v=T17pP2d10dA
Altri esempi in tal senso sono stati, in anni più o meno recenti, la storia metamorfizzata degli Abba in Mamma Mia oppure quel capolavoro di Tim Burton dove non c’è rock ma narrazione con la musica, Nightmare Before Christmas, per non parlare, infine, di un film che senza la musica rock sarebbe stato dimenticato, vale a dire Easy Rider. Vista oggi, la vicenda di questi due scavezzacollo (Peter Fonda e Dennis Hopper) che vanno al carnevale di New Orleans e fanno una brutta fine risulta abbastanza ingenua, però c’è questa sequenza di pezzi incredibile che salva la vita alla pellicola. Jackie & Ryan è l’ultimo esempio di comunicazione parallela musica-cinema. Mi ha riappacificato con la musica rock e mi ha anche fatto pensare a una cosa un po’ triste: fra la settima arte e la musica non so chi si estinguerà prima. E’ una lotta ad armi pari.”
httpv://www.youtube.com/watch?v=J1cDECkN2xg
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