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AM: il trionfo degli Arctic Monkeys.

L’esordio Whatever People Say… colpiva per la musica che ti faceva muovere e i testi che t’inchiodavano. Favourite Worst Nightmare per la quantità di canzoni che non smettevi mai di canticchiare. Humbug ha rappresentato la svolta americana e più intensamente rock. Suck It And See un momento di transizione, peraltro di qualità. Cosa attendersi ora dagli Arctic Monkeys? Senza dubbio il consolidamento: AM è il trionfo di una band che ormai rappresenta non solo la somma delle proprie esperienze passate, ma anche la migliore sintesi che si possa trovare sul mercato del rock tanto inglese quanto americano degli ultimi decenni. AM brilla per i riff (Do I Wanna Know, R U Mine, I Want It All), per le ballate lievemente nostalgiche (No.1 Party Anthem, Mad Sounds, I Wanna Be Yours), per la produzione molto più curata che su tutti i dischi precedenti, per un Alex Turner che ormai è diventato uno dei migliori scrittori della sua generazione (e non solo), per una band di musicisti duttili e mai stucchevoli.

 

E non mancano le novità…

La vita losangelina dei quattro ha prodotto risultati, come si ascolta in Why’d You Only Call Me When You’re High, con il suo ritmo quasi hip-hop (ora si capisce cosa intendeva Turner quando parlava dell’influenza di Dr Dre); o il cantato quasi-rap e il funky di One For The Road; o l’uso insistito e riuscito del falsetto. AM è denso di immagini glam (Arabella e i suoi “interstellagator skin boots”) e allo stesso tempo è a tratti cupo nei testi che flirtano con il senso di straniamento di Turner ormai dentro una vita da superstar: “Since I drank miniature whiskey / And we shared your coke / Ain’t it just like you kiss me/ And then hit the road / Leaving me listening to the Stones / 2000 Light Years From Home”; sebbene lo humor non manchi, come mostrano il video e il testo di Why’d You Only Call Me When You’re High. In un anno con molte uscite di qualità è difficile dire quali saranno i dischi dell’anno, ma al momento di stilare la classifica gli Arctic Monkeys e AM non potranno mancare. “…And I play it on repeat…”,

8.7/10

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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