di Antonio Vivaldi
Mike Hadreas, in arte Perfume Genius, non poteva spingersi oltre Put Your Back N 2 It, album del 2012 che reca le stigmate del capolavoro doloroso/pasoliniano nella sua sequenza di ballate pianistiche turgide e pure, esplicite e metafisiche. Too Bright cambia giustamente direzione e, nel farlo, dice che Hadreas non è solo il classico ragazzo problematico che usa l’arte come valvola di sfogo espressivo, ma anche un musicista intelligente, duttile e di talento. Siamo ormai lontani, dunque, dal cliché del “cugino di Antony più magro e (parecchio) più caruccio”. Rispetto agli album precedenti resta un lodevole senso di concisione, restano, forse per non sconcertare i fan più melodisti, alcune canzoni “mid-tempo alla Adele” (come le definisce l’autore) e compare verso la fine un incredibile momento di dolore tout-court quale Mother. Tuttavia l’impianto generale di Too Bright è caratterizzato da un’energia che pare essere una scoperta recente, sorprendente ed entusiasmante e che nei suoni viene veicolata in pungenti forme elettroniche neo-retrò (Grid fa pensare ai Sucide virati color oro) e nei testi tramite una sfrontatezza che si fonde bene al pathos del passato (Queen). Anche il classico tono querulo della voce pare oggi più articolato e persino più mondano. Di sicuro danno un contributo notevole alla svolta artistico-esistenziale del musicista di Seattle due collaboratori bravi a fare la cosa giusta al momento giusto come John Parish (PJ Harvey e molto altro) e Adrian Utley, uno che di questi tempi sembra suonare in tutti i dischi del mondo, forse perché i suoi Portishead di dischi ne fanno uno ogni dieci anni.
8,6/10
P.S. Pare che nei concerti italiani Perfume Genius fatichi ad arrivare ai 50 spettatori. Perché anche in questo dobbiamo dimostrarci un paese tardo?
Seguiteci su Facebook:
https://www.facebook.com/pages/TomTomRock/564881650275629
https://www.facebook.com/groups/282815295177433/
e su Twitter:
httpv://www.youtube.com/watch?v=Z7OSSUwPVM4
Pefume Genius- Queen