La storia travagliata dei Refused.
Dopo la reunion all’inizio del decennio i Refused hanno prodotto un LP e un paio di EP. Hanno anche girato in tour per la gioia dei fans del punk estremo che tra derive pop dei vari Green Day & Co. oggi sono un po’ a corto. War Music farà contenti esattamente quegli stessi fan, ben più del precedente Freedom.
Diciamo però subito che, al contrario di quello che si legge in giro, questi Refused sono cosa diversa dalla band che nel 1998 aveva sorpreso tutti con l’anarchico The Shape of Punk to Come. Le influenze jazz, elettroniche, ambient che facevano capolino in quel disco sono sparite. Al posto troviamo un granitico punk metal fatto di riff e voce urlata: e va detto che gli svedesi, nonostante l’età ormai non più giovanissima, non mancano di energia. Diciamo dunque che il disco è un ritorno alle origini più lontane della band, quelle dei primi anni ’90
Blood Red
La vena polemica e battagliera è invece sempre quella del passato come si evince da uno dei primi brani ascoltati, Blood Red: “Red is the heart that beats / Blood for the end of our slavery / Rise, let action speak / Dreams are not gonna set us free” (Rosso è il cuore che batte / Sangue per la fine della nostra schiavitù / Sollevati, fa che sia l’azione a parlare / I sogni non ci hanno mai liberati).
È decisamente uno dei momenti migliori, nel quale si mescolano ritmi spezzati e un refrain nel quale le chitarre elettriche si intrecciano a quelle acustiche.
I punti di forza dei Refused sono evidenti in War Music
Anche i momenti meno hardcore, come I Wanna Watch The World Burn sono guidati da una buona dose di nichilismo: “What we lost in the fire we’ll find in the ashes” (Ciò che perderemo nel fuoco lo ritroveremo nelle ceneri), canta Dennis Lyxzén. Qualche accenno goth all’inizio di Death In Vännäs e le soluzioni strumentali abbastanza varie sollevano decisamente i Refused di War Music dalla media di prodotti del genere. Niente di assolutamente nuovo, però una band in forma e capace ancora di dire la sua. Dal vivo saranno ancora capaci di creare un bel mosh pit.
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