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Il meglio e il peggio

Il miglior esordio del 2017

Sampha – Process

Con una menzione speciale per Phoebe Bridgers – Stranger In The Alps, Solki – Peacock Eyes, Moses Sumney – Aromanticism

La migliore canzone del 2017

Kendrick Lamar – DNA

Menzione speciale in ordine alfabetico

Camille – Piscine
Jay-Z – The Story of O.J.
Frank Ocean – Chanel
Perfume Genius – Wreath
Peter Perrett – An Epic Story
Sodastream – Three Sins
St. Vincent – Masseduction
Moses Sumney – Lonely World
The xx – Say Something Loving

Miglior copertina

Thundercat - Drunk | Recensione

 

Thundercat – Drunk

Peggior copertina

Melanie De Biasio - Lilies | recensione

 

 

 

 

 

Melanie De Biasio – Lilies

Miglior testo

Kendrick Lamar – Duckworth

Potevano fare peggio

Gary Numan: Chi lo pensava rimasta ai tempi del Numanoid sarà felice di scoprire un artista al passo coi tempi.

King Gizzard & The Lizard Wizard: Il progetto di pubblicare un disco ogni tre mesi era preludio di naufragio nella noia e invece… Chi sarà mai il loro fornitore di supporti creativi?

U2: Songs Of Experience è un buon disco. Un’impresona per un gruppo che pareva scoppiato. E forse lo è.

Blondie: un buon disco pop dai veterani della new wave newyorkese.

Menzione speciale: Jeremy Corbyn, speranza per l’Europa – e popstar a Glastonbury – in un Regno Unito che ha votato Brexit E pensavano avrebbe affondato il Labour Party!

Potevano fare meglio

Father John Misty: Il campione dell’indie che diventa mainstream prova a incidere il disco definitivo; invece Pure Comedy lo fa sembrare un Elton John senza il talento melodico.

Soulwax: Il ritorno del danzereccio duo belga alla musica da ascoltare era molto atteso. From Deewee è piacevole ma dopo nove mesi chi se lo ricorda più?

Kasabian: Il rock è considerato un genere in crisi, Ascoltando For Crying Out Loud si capisce perché.

Potevano fare peggio ma anche meglio

Arcade Fire: Everything Now figura al sesto posto nella nostra classifica 2017. Non male, ma ce lo aspettavamo più in alto; anche perché nel voto l’affetto gioca la sua parte.

The National: Come nel caso degli Arcade Fire, anche i National propongono un disco notevole che non suona come il capolavoro atteso. Depressione post-Trump?

Josh Homme: Con i QOTSA ha tirato fuori un buon disco, ma dovrebbe stare più attento a “dove mette i piedi”. Vero è che non ha mai brillato per simpatia e che il disco si chiama Villains.

Al di là del peggio e del meglio

Morrissey: Nei momenti di buonumore le risate aumentano andando a cercare l’ultima scemenza fatta o detta da Moz. I guai cominciano quando si è depressi.

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TomTomRock è un web magazine di articoli, recensioni, classifiche, interviste di musica senza confini: rock, electro, indie, pop, hip-hop.

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