simona broken english

simona broken english

Questa volta la nostra Simona risponde a una lettera che affronta un argomento delicato… 

Cara Simona,

ho 16 anni e sono un metallaro. O forse, a questo punto, dovrei dire che mi vesto come un metallaro. Con gli amici ascolto Malmsteen, i Judas Priest, gli Helloween e così via, però ti confesso che a casa mi sono scaricato un Greatest Hits di Maria Callas, uno degli Abba e non riesco a togliermi dalla testa Pensiero Stupendo di Patty Pravo dopo aver sentito mamma canticchiarla. In quanto metallaro ho i capelli lunghi e una volta mi sono a messo a imitare Raffaella Carrà e il suo modo di muovere la testa e far volare i capelli nel video di A Far L’Amore Comincia Tu. E quanto mi piaceva! Non mi pare ci sia nulla di male, però non riesco a conciliare questi due mondi, quello del metal e quello, diciamo così, di Raffa. Sono solo eclettico o c’è qualcos’altro? Spiegamelo tu Simona, ti prego.

 Raffyngwie99

 httpv://www.youtube.com/watch?v=O-TfX1HXd2s

Caro Raffyngwie99,

ho come l’impressione che nella tua testolina aleggi un po’ di confusione. Vediamo se, prendendola alla larga, riusciamo a fare un po’ di chiarezza.

Quando andavo alle elementari guardavo sempre Anna Dai Capelli Rossi con la mia migliore amica Marinella. Suo fratello maggiore, sebbene facesse l’accademia militare, quando era a casa in licenza ci spiava da dietro il divano. Sapeva la canzone a memoria e riusciva a imitare la voce della cantante alla perfezione, cosa bizzarra per un giovanotto in divisa. Scoprimmo anche che ci rubava le figurine dell’album Panini. Anni dopo, ormai adulti, mi è capitato di assistere a un suo spettacolo ai Bagni Jole di Gabicce Mare. Sacramente abbigliato in una veste bianca da sacerdotessa creola, ancheggiava sul palco cantando Rivers Of Babylon dei Boney M. (*)

httpv://www.youtube.com/watch?v=Ip_hLq4t8UE

Mio cugino Enzo aveva un amico irsuto il quale sosteneva che sua zia Teresa fosse la copia sputata di Boy George. Noi non ci vedevamo alcuna somiglianza, se non per l’ombretto turchese, il cerone, il rossetto fucsia e i capelli a ramazza, ma lui ne era straconvinto. Era arrivato a un tale livello di idolatria da chiamarla confidenzialmente zia George e da ascoltare solo musicisti che di nome facevano George, come George Benson o George Michael. Non disdegnava neanche Gloria Gaynor o Donna Summer. Anni dopo, ormai adulti, mi è capitato di assistere a un suo spettacolo al PeryNeon di Sesto Marelli. Chiuso in una gabbia sospesa a diversi metri d’altezza, cantava “I need some hot stuff, baby, this evenin’…” con un soffio di voce, magistralmente depilato e cosparso di olio di cocco e piume di struzzo.

httpv://www.youtube.com/watch?v=1IdEhvuNxV8

Negli anni ’80 la nipote della mia vicina di casa, originaria di Aci Trezza, aveva un fidanzatino italo-inglese che vedeva solo d’estate, quando costui visitava i nonni al paesello d’origine materno. Fieramente thatcheriano e devoto a Rob Halford dei Judas Priest, contrastava i fighetti new romantics con teschi e borchie a tutto spiano, ma aveva un debole per Sugar Sugar della Cuccarini. Venne beccato diverse volte mentre allo specchio cercava di fare la mossa delle mani incrociate sul cuore che batte. Anni dopo, ormai adulti, mi è capitato di assistere a un suo spettacolo all’AquaLoca di Jesolo. In mini T-shirt bagnata, Daisy Dukes inguinali e camperos cantava in playback It’s Raining Men, Hallelujah! nella versione di Geri Halliwell, sotto un acquazzone garantito dalle forti braccia di due stalloni ivoriani che pompavano acqua senza sosta.

httpv://www.youtube.com/watch?v=qqXUpe3jlkA

Devo continuare, o sono stata abbastanza chiara?

(*) La somiglianza fra la melodia di Anna… e quella di Rivers Of Babylon salta, come si suol dire, all’orecchio. 

 

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