Just mustard festival la prima estateJust Mustard @ La Prima Estate

Just Mustard @ La Prima Estate

Just Mustard aprono magistralmente il Festival La Prima Estate, Lido di Camaiore, 23/06/2023.

Inizia subito col botto la giornata del 23 giugno, l’unica che purtroppo ho potuto seguire, del Festival versiliese La Prima Estate grazie al set strepitoso degli irlandesi Just Mustard, puntualmente iniziato alle 18 e 30 in pieno sole, ma per fortuna la brezza marina ha addolcito la giornata mentre l’arena iniziava appena a riempirsi. Condizioni certo non favorevoli, ma che non hanno minimamente inficiato un’esibizione potente e riuscitissima che ha subito conquistato il pubblico dei presenti. Otto brani per 45 minuti di musica magnetica ed elettrizzante fra shoegaze, post rock, noise, un tappeto sonoro inquietante e oscuro, con una sezione ritmica torbida e implacabile e i due chitarristi che sfibravano le loro chitarre come Efesto il metallo nell’antro del vulcano, in un trionfo di effetti e distorsioni. La voce ipnotica, a tratti monocorde di una bravissima Katie Bell che si concedeva anche degli irreali tocchi sognanti, come nella splendida I Am You, ha impreziosito nel migliore dei modi la performance dei giovani irlandesi che confermano ancor di più quanto di buono avevano fatto con il  loro secondo album Heart Under. Se il live è la prova del nove di una band, su di loro ci sentiamo di scommettere per il futuro. A mio modesto parere va a loro la palma di una serata in cui non mancava certo un’agguerrita concorrenza.

Si prosegue con DOMi & JD Beck

È poi la volta del duo DOMi & JD Beck, lei 23enne francese alle tastiere, lui 19enne texano alla batteria. Si presentano forti di un esordio prodotto da Anderson Paak cui ha collaborato anche Herbie Hancock e di un hype molto robusto dovuto a sei anni di presenza in internet. Sul palco si sistemano l’uno di fronte all’altro con alle spalle due alberelli pieni di fiori rosa, fiori di pesco, un’immagine da nerd, frivola e naif, giocosa, che sembra uscita da un videogioco o da un manga. Il che in fondo corrisponde al loro frizzante jazz fusion dal sapore adolescenziale. I ritmi frenetici e zampillanti della batteria di JD e le tastiere di DOMi che indulgono sovente verso lo smooth jazz e sonorità decisamente mainstream hanno conquistato il pubblico sempre più numeroso, ma offrono una versione edulcorata della musica black a cui vogliono ispirarsi, bravi, divertenti, ma… Nel set anche una cover di Havona dei Weather Report.

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DOMi & JD Beck @ La Prima Estate

Chet Faker

Dal crepuscolo alla sera ci ha condotto invece l’australiano Chet Faker dimostrando di essere pienamente a suo agio sul palcoscenico. Il suo set è basato in gran parte sul suo recente Hotel Surrender ed è via via decollato in particolare dal quarto pezzo Whatever Tomorrow quando oltre ai synth ha preso in mano la chitarra e dimostrato le sue notevoli capacità canore con un brano soul e sofferto. Difficile restar fermi di fronte ai suoi ritmi caldi e avvolgenti, indovinata la scelta di una setlist che ha privilegiato i brani più ritmici e soul, rispetto a quelli chill wave, che pure non mancano anche nel suo nuovo album. Uno dei momenti più riusciti è stata l’esecuzione della cover dei Blackstreet No Diggity, il brano che l’ha portato al successo e che giustamente è stato uno dei più applauditi dal giovane pubblico presente.

Gli headliner Alt-J molto attesi

Ero molto curioso di riascolatre gli Alt-J, headliner della serata, a distanza di 11 anni da un memorabile concerto all’Ypsigrock di Castelbuono, quando presentarono il loro bellissimo debutto An Awesome Wave. In undici anni quello che si è perso in spontaneità e guasconeria lo si è guadagnato in professionalità e sicurezza nei propri mezzi. Ormai sono diventati un trio dopo l’abbandono del bassista  Gwil Sainsbury nel 2014. Un set lungo, ben 19 brani più 3 bis, che ha spaziato lungo tutta la carriera, con il primo album presente quasi per intero. Appena approntato il palco si sono spente le luci ed è partito a tutto volume Hey Boy Hey Girl dei Chemical Brothers, il rimbombo potente dei bassi preannunciava l’ingresso dei tre che esordiscono con una Bane deboluccia e tendente al trip hop, mentre sullo schermo girava l’immagine un po’ kitsch di candele accese. Ma è stato solo un momento, da quel punto il concerto è andato lievitando sempre di più, la voce di Joe Newman e le melodie sbilenche folk sono davvero l’arma in più degli inglesi e sopperiscono a certo manierismo e qualche furberia che ogni tanto fanno capolino. Ma stiamo parlando davvero di un bel concerto e di una signora band che ha entusiasmato l’ormai folto pubblico presente. I momenti migliori sono stati una In Cold Blood che ha contribuito ad alzare la tensione, le belle e malinconiche Tesselate e Matilda dal primo album, ma sono gusti personali, perché le quasi due ore sono andate via felicemente.

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Alt-J @ La Prima Estate

Il giudizio sul giovanissimo Festival La Prima Estate

Per concludere il giudizio sulla serata al Festival La Prima Estate non può che essere più che positivo, il livello musicale è stato alto e non ha sofferto di una proposta eterogenea. Lo spazio è ampio e accogliente, non mancano numerose sedie per mangiare e riposarsi e zone d’ombra, l’atmosfera molto rilassata, merito anche di una security attenta, ma mai asfissiante. Il palco ampio e alla giusta altezza offre una buona visibilità. È un festival giovane, questa è la seconda edizione, le premesse ci sono perché cresca ancora nel futuro.

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Chet Faker @ La Prima Estate
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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