King Hannah dal vivo a Genova, 13 aprile 2022

Concerto sold-out a La Claque di Genova (molte persone sono rimaste fuori) per gli attesissimi King Hannah, autori di uno dei dischi più affascinanti di questo inizio 2022: I’m Not Sorry, I Was Just Being Me. Il duo di Liverpool fa parte della scuderia City Slang, la stessa di Calexico, Tindersticks e Lambchop, quindi garanzia di buona musica.

Rispetto al disco Hannah Merrick e Craig Whittle sono risultati più ruvidi e rock. D’altronde loro stessi dichiarano: “Non vogliamo suonare puliti e lucidati, vogliamo essere veri, dinamici e autentici”. Un basso profilo che li porta a tacere per cinque canzoni di fila, dopo le quali la timidissima Hannah ha rotto il ghiaccio e cominciato a ringraziare e dire due parole di circostanza.

La scaletta del concerto a La Claque

Il concerto si apre con la Well-Made Woman che dà il via anche a I’m Not Sorry: un ipnotico indie-blues tipo To Bring You My Love di PJ Harvey (la PJ più dolce è sicuramente una influenza di Hannah). Gli altri riferimenti vocali sono a mio parere Beth Gibbons (Portishead), Lana Del Rey, ma sopra tutte la magica Hope Sandoval dei Mazzy Star. Il secondo pezzo è una super-convincente cover di State Trooper dello Springsteen di Nebraska, disco in effetti che ha delle atmosfere lo-fi vicine ai King Hannah.

King Hannah La Claque Genova
Foto di Marco Perrella

La fantasiosa sezione ritmica (Del Paxton al basso e Jake Lipiec alla batteria) conferisce solidità soprattutto quando i pezzi crescono in intensità rock, diventando cavalcate acide in cui il chitarrismo di Craig Whittle  ha ricordato (non solo a me) il Neil Young elettrico-distorto di Zuma e Rust Never Sleeps (come sentire Like a Hurricane a velocità dimezzata). Un’altra grande influenza sono i Velvet Underground di Pale Blue Eyes e Candy Says: il pubblico è ipnotizzato e (favorevolmente) impressionato dalla timidezza anti-rockstar e anti-look del gruppo.

King Hannah: un futuro radioso se…

Dunque, le coordinate delle canzoni dei King Hannah sono abbastanza variegate: il bello è che riescono a miscelare tutto e avere un loro suono, una loro personalità. Sono un gruppo fuori dal tempo e anche dalla geografia: vengono da Liverpool, ma spesso sembrano americani. Se Hannah perderà un po’ di timidezza (per quanto adorabile), sul palco hanno i numeri per diventare davvero una big thing.

Si sono ascoltate e godute The Moods That I Get In (Neil Young che fa una cover dei Mazzy Star), la minacciosa e molto PJ  Big Big Baby, Go-kart Kid (Hell No!) col suo crescendo finale devastante, I’m Not Sorry, I Was Just Being Me (molto Velvet Underground), Crème Brulèe (che sembra uscita da un disco dei Portishead), la sinuosa ballata alt-country con crescendo finale distorto Meal Deal. Il concerto si chiude con It’s Me And You, Kid che, dopo un inizio quasi barrettiano, diventa una cavalcata potentissima.

P.S. Per l’ennesima volta devo/voglio ringraziare incadenza.it che porta a Genova artisti così interessanti senza trascurare il panorama locale e nazionale: nei giorni successivi alla Claque infatti hanno suonato gli inossidabili Simon Dietzsche di Genova e l’ottimo Massimo Zamboni (ex CCCP e CSI).

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Ha iniziato ad ascoltare musica nel 1977 coi 45 giri di Clash e Sex Pistols. Primo concerto: Ramones, 1980. Nel 1983 inizia a fare musica e da allora ha suonato tutto lo scibile 'alternativo': anarcopunk, rock'n'roll, emo-pop, rock psichedelico. Ogni tanto pubblica album da solista one man band. Non si ritiene un critico musicale ma ha ascoltato e suonato talmente tanta musica che pensa di poter dire la sua, su Tomtomrock e su https://zaio.blogspot.com/.

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