: Swanz The Lonely Cat

Ritorno dal vivo per Swanz The Lonely Cat @ Il Giardino, Perugia, 22 ottobre 2021.

Cosa può fare un musicista appena uscito da uno snervante isolamento con tanta voglia di suonare e di ritrovare il contatto col pubblico? Si aggiunga che non ha ancora un nuovo disco da promuovere e non vuole tornare in locali già frequentati in passato riproponendo qualcosa di già sentito. Beh, se ha inventiva e frequentazione di altri ambienti e altri linguaggi, come quello teatrale, può “inventarsi” un concerto in forma di spettacolo. Se poi ha anche una particolare attitudine alla “coverizzazione” le possibilità aumentano in modo esponenziale. Di questa attitudine Swanz The Lonely Cat ha già dato ampia dimostrazione nel suo disco di esordio da solista, Covers On My Bed, Stones In My Pillow.

Il viaggio come metafora

Stavolta non si è limitato a mettere insieme canzoni che avevano come filo conduttore l’influenza esercitata sulla sua vita e sul suo percorso artistico, ma ha costruito una storia con un tema e una ambientazione ben precisi: una camera d’albergo e quello che può accadere ad un uomo solo in viaggio. Un viaggio che è metafora della condizione umana e della solitudine che la attanaglia, a volte attenuata da incontri occasionali che possono anche essere piacevoli, ma che in fondo non la scalfiscono minimamente: anzi, finiscono inevitabilmente con l’accentuarla.

Un concerto-spettacolo

Lo spettacolo si snoda tra pezzi di Hank Williams Jr. (Hotel Whiskey) e Elvis Presley (Heartbreak Hotel), Bruce Springsteen (Moonlight Hotel) e  Tindersticks (Rented Rooms), fino all’immancabile Chelsea Hotel di Leonard Cohen e ad una suggestiva versione di Hotel Supramonte eseguita col banjo. Il tutto introdotto e intercalato da commenti, racconti (fra cui uno di Carver e uno dello stesso Swanz), in un equilibrio tra cantato e parlato che si intuisce possa anche essere modificato e modulato a seconda della “risposta” dell’uditorio; e magari anche della momentanea attitudine e stato d’animo del performer.

Concerto: Swanz The Lonely Cat

L’elemento unificatore, oltre che dal tema scelto, è costituito senza dubbio dalla particolare voce di Swanz, spesso rauca e talvolta perfino stridula, ma che sa anche “sciogliersi” – come in Moonlight Hotel – in toni e accenti da romantico crooner. Proprio questa voce, che potrebbe costituire un limite – specialmente nell’interpretazione di certi pezzi – finisce col rivelarsi il punto di forza di Swanz perché lo “costringe” a personalizzare le canzoni che sceglie di cantare, pur rimanendo sostanzialmente fedele agli originali. Contemporaneamente però esse finiscono col diventare pezzi “suoi”. Fatte le dovute proporzioni, è un po’ quello che è successo con le American Recordings di Johnny Cash. Auguriamo a Swanz di riuscire a portare in giro in più posti possibile il suo concerto-spettacolo e a chi si trovasse a passare nelle vicinanze consigliamo vivamente di passare un’ora e venti circa ad ascoltarlo.

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“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

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