I Not Moving LTD dal vivo a Savona, 13 novembre 2021

 

I Not Moving sono una vera e propria istituzione della musica underground italiana dal lontano 1981: nessun gruppo in Italia ha saputo fondere l’attitudine (e la musica) punk col blues, il garage, la psichedelia, anche il surf; il tutto rovesciato sul pubblico con una padronanza e uno stile che non esito a definire di livello internazionale.

D’altronde il chitarrista Dome La  Muerte veniva dai Cheetah Chrome Motherfuckers, furiosa band pisana di hardcore punk, e Tony Face, nonostante il suo proverbiale aplomb da “modfather”, veniva dai Chelsea Hotel, primigenia punk-rock band emiliana. I loro concerti negli anni ’80 sono rimasti impressi a una generazione di appassionati (che si ritrova sempre a sorridere e godere ai loro concerti, nonostante gli anni accumulati sul “chiodo”). Il loro velenoso cocktail a base di X, Cramps, Gun Club, Stooges, Sonics, 13th Floor Elevators, surf, ha sempre messo d’accordo tutti gli amanti del rock’n’roll più viscerale e “pericoloso”.

I Not Moving LTD sono l’ultima incarnazione di questa piccola grande leggenda del rock’n’roll nazionale: agli “storici” Lilith, Tony e Dome si è affiancata la giovane chitarrista Iride e non ci sono più il basso né le tastiere degli inizi. Il suono però è sempre quello: tagliente, sferzante e aggressivo. Secondo me un basso ci starebbe bene per dare più potenza al tutto (più frequenze basse), ma il buon Tony Face rimedia usando ben tre timpani alla batteria.

La scaletta del concerto tra pezzi originali e cover versions

Il concerto al Raindogs si apre con la tribale e quasi morriconiana Sinnermen del 1986, e tutto il concerto pesca nel repertorio degli anni ’80 ormai diventato “classico” ma sempre energico e frizzante, grazie anche alla “tenuta di palco” di Rita e Dome. Dalla prima canzone del primo disco, la crampsiana Baron Samedi, passando per l’irresistibile Suicide Temple, la cavalcata alla X di Goin Down (ho sempre visto “la Rita” Lilith come la versione italiana di Exene, anzi con una presenza scenica molto migliore), l’ipnotica Eternal Door.

Molto belle le cover: Primitive (paludoso stomp garage del 1966 già coverizzato dai Cramps nel loro lussureggiante Psychedelic Jungle), il blues all’eroina di I Need Somebody dell’Iguana di Detroit, e una dura bellissima versione di Venus in Furs, leggendaria canzone dei Velvet diventata nelle mani dei Not Moving un pezzo degli Stooges alla Dirt. Il cerchio si chiude alla fine del concerto con una adrenalinica versione punk del blues I Just Want to Make Love to You (Willie Dixon, 1954!).

Questo era l’ultimo concerto del 2021 per i Not Moving LTD , che entreranno in sala di registrazione per pubblicare un nuovo disco nel 2022: quella di Lilith, Tony e Dome è una storia, anzi un blues di cui non si vede proprio la fine, né la vogliamo vedere.

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Ha iniziato ad ascoltare musica nel 1977 coi 45 giri di Clash e Sex Pistols. Primo concerto: Ramones, 1980. Nel 1983 inizia a fare musica e da allora ha suonato tutto lo scibile 'alternativo': anarcopunk, rock'n'roll, emo-pop, rock psichedelico. Ogni tanto pubblica album da solista one man band. Non si ritiene un critico musicale ma ha ascoltato e suonato talmente tanta musica che pensa di poter dire la sua, su Tomtomrock e su https://zaio.blogspot.com/.

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