Un live degli Stooges datato 1970.
Quanto valore può avere a 50 anni di distanza un live degli Stooges? Appena uscito un cofanone che celebra Fun House: 400 dollari (fate voi il conto in euro), incomprabile se non da qualche pensionato della scorsa generazione, scapolo o vedovo, che non si perde una ristampa decupla/multipla/deluxeedecazz, ci troviamo con questo Live At Goose Lake August 8th 1970, appunto, che vede i Marmittoni impegnati nell’esecuzione di buona parte delle canzoni contenute proprio in Fun House.
![The Stooges - Live At Goose Lake August 8th 1970](https://i0.wp.com/www.tomtomrock.it/wp-content/uploads/2020/08/R-15708979-1596330294-1246.jpeg.jpg?resize=300%2C300&ssl=1)
Preciso che di questa emissione non ho nulla se non i suoni, quindi nessuna nota, nessuna line up, nessuna informazione che vada oltre le canzoni, insomma puro ascolto.
The Stooges – Live At Goose Lake August 8th 1970
Esecuzioni spartane, si parte quasi in sordina con Loose e Down In The Street per poi sfociare nell’urlo primordiale di T.V. Eye che cede il passo alla discesa infernale di Dirt che risale con 1970 e che, definitivamente, conduce alla delirante Fun House, con sax in bella evidenza. A chiudere il sabba di L.A. Blues, summa di improvvisazione iconoclasta. Insomma, si sente che all’ascolto manca molto la parte visual. Ok, ci si può immaginare un Iggy con le solite contorsioni e pose impossibili e la band piegata sugli strumenti con ancora le siringhette che penzolano dalle braccia. Ma per me, stavolta, proprio non basta.
Ecco, la domanda iniziale che mi ponevo resta inalterata: potrei pure togliere i 50 anni. In realtà la dimensione live degli Stooges credo abbia sempre avuto più un significato catartico di celebrazione della dissoluzione di 4 personalità (5 in questo caso) che, attraverso la musica, scandagliavano le proprie ossessioni e le traducevano in suoni che, mentre nella dimensione in studio (specie nel primo lavoro) soffrivano di necessarie misure di contenimento ed addomesticamento, già latitanti nel molto più free Fun House, sul palco divenivano pretesto per le esibizioni dell’Iguana e le colonne d’ercole della band musicavano e rosicavano parimenti che tutta l’attenzione si focalizzasse sull’agitato cantore.
Un recupero improbabile
Sarà che da qualche tempo fatico un po’ ad accettare per buona qualsiasi riproposta che scandagli barili ormai privi di qualsiasi residuo salsedinoso, sarà che, ad acuir le orecchie, in giro comincia a girare robina abbastanza interessante proposta da giovani leoni, perlopiù declamatori ma va bene anche così, ma a questo giro, nonostante l’affetto per il piccolo Jimmy, non mi sento di essere benevolo o comprensivo e quindi chioso con un giudizio poco positivo…
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