we love green 2017

We Love Green, Paris 10-11.06.2017.

we love green 2017
Solange

Nella cornice verde del Bois de Vincennes si è svolto il We Love Green 2017,uno degli ormai numerosi festival che in questi ultimi anni vanno affollando l’estate parigina. Festival dalla vocazione ecologica, che accosta ai concerti dibattiti e presentazioni sul tema. Quest’anno si registrano, fra le altre, le presenze di Vandana Shiva e di un comitato di nativi americani che si battono contro l’oleodotto destinato a devastare i loro territori.

Circostanze e scelte degli organizzatori per il We Love Green 2017

Non è tuttavia un festival baciato dalla fortuna, il We Love Green. L’anno scorso il sito era stato devastato da piogge torrenziali piuttosto rare agli inizi di giugno. Mentre quest’anno la band più attesa, ossia A Tribe Called Quest, ha dato forfait a tre settimane dall’inizio per un incidente occorso al frontman Q-Tip. La sostituzione con i Justice non sembra all’altezza, ma bisogna ammettere la difficoltà di far fronte a una situazione del genere. Diciamo che rispetto allo scorso anno, quando si erano esibiti LCD Soundsystem e PJ Harvey, mancano headliner di grande rilevanza. La fine delle due serate è invece affidata a set di elettronica.

Per Tomtomrock il We Love Green si apre con Benjamin Clementine

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Benjamin Clementine

Cominciamo invece con qualcosa di assai più tradizionale. Benjamin Clementine, che dovrebbe avere un disco in uscita, presenta in effetti alcune nuove composizioni alternate ai suoi pezzi più noti tratti dall’album di esordio. E’ una performance che inizialmente stenta a decollare. C’è il sole che picchia, il pubblico è distratto. E’ necessario che il cantante inglese si alzi dal piano, inciti, coinvolga invitando a cantare. Ci riesce e alla fine la prova è positiva.

Solange conferma le qualità già esibite al Primavera

Si prosegue con Solange, appena rientrata da un concerto a Bari. A quanto dice buona parte dei suoi bagagli si sono persi per strada: è infatti vestita in modo molto più semplice che al Primavera. Ma per nulla irritata (almeno non sul palco) dall’esperienza, avvia uno spettacolo completo e riuscito anche al We Love Green. Molte le fan che aspettano le sue escursioni alla transenna: che non mancheranno, come ormai sembra tradizionale, per la bella F.U.B.U. Molto riuscita anche Mad, nonostante non ci possa essere Lil Wayne. Ma l’intero concerto è di alto livello, bravissima lei quanto i musicisti e le coriste.

we love green 2017 festival
Solange

Finale electro per la prima sera del We Love Green

Sul secondo palco comincia il concerto di Flying Lotus. Nascosto dietro un telo sul quale si proiettano luci e immagini astratte, è da solo alla consolle. Electro a tinte jazz e hip-hop di ottimo livello, invita alla danza soprattutto nelle file più vicine, ovviamente più coinvolte. Man mano che ci si allontana prevale il chiacchiericcio del pubblico meno interessato. Una piaga, almeno per chi ai festival è interessato alla musica, che ormai non risparmia alcuna manifestazione. E che dà meno noia durante il concerto dei Justice, che hanno un suono ben più pesante. Francamente troppo, nonché uguale a se stesso ormai da diversi anni a questa parte. Tuttavia una parte del pubblico apprezza, anzi c’è chi sembra essere arrivato giusto per loro.

Secondo giorno al We Love Green

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Perfume Genius

Cominciamo il secondo giorno al We Love Green con il concerto di Perfume Genius. Il giovane americano arriva vestito con una canottiera e un abito dal corpetto rigido e pantaloni tanto larghi da sembrare una gonna. Sono adatti a metterne in mostra le movenze nervose. La voce è bella come su disco, la scaletta presenta i pezzi del nuovo No Shape insieme a quelli più noti dai precedenti, come Queen. E’ una buona esibizione, sebbene non particolarmente coinvolgente. Sul palco Perfume Genius non pare completamente a proprio agio. E l’alternanza fra ballate lente e momenti più dance non crea un’atmosfera sufficientemente continua.

Dopo la Cigale, Camille convince anche il pubblico del We Love Green

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Camille

Il che non si può dire per i due concerti che seguono: la francese Camille e Anderson Paak. Camille merita un discorso a se stante. Chi scrive ha avuto la fortuna di assistere due giorni prima a uno dei quattro concerti sold out tenuti alla Cigale. Un’esibizione splendida, nella quale l’artista ha messo in evidenza doti vocali e capacità sceniche davvero rare. Con un set essenziale e una band dalla strumentazione curiosa: tre coriste, due percussionisti, un tastierista. Una musica al contempo tribale ed estremamente melodica che serve a presentare i brani del nuovo Ouï e a riarrangere alcuni successi precedenti (da Paris a Allez Allez Allez). Al We love Green la scenografia è ovviamente più semplice e il set più breve, ma carica e carisma sono gli stessi. Peccato sia poco nota in Italia.

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Camille

Anderson Paak infiamma il festival

Grande attesa ed eccitazione del pubblico per l’arrivo di Anderson Paak con i suoi The Free Nationals. In effetti il musicista losangelino ha fama di essere un grande performer, come dimostra anche al We Love Green. Rispetto a quando lo avevamo visto al Rock en Seine, sempre a Parigi, ha un disco in più, Yes Lawd!, e dunque un repertorio più ampio. Ma la struttura e la qualità dello spettacolo restano intatti. Alterna momenti in cui canta e balla ad altri in cui si siede alla batteria. E’ accompagnato da una band di strumentisti eccellenti, così com’è lui, d’altra parte. Alcuni momenti in cui è alla batteria sono purissimo soul-funky anni ’70, con jam entusiasmanti. Quando è alla sola voce crescono invece le influenze hip-hop. Ma è soul di qualità assoluta la conclusione con The Bird.

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Anderson Paak

Il We Love Green si avvia alla conclusione

Mentre Anderson Paak finisce il suo set, sul secondo palco si avvia quello di Nicola Jaar. Il bravo musicista cileno quasi non si vede, dietro la consolle e avvolto dal fumo. Anche la sua musica stenta a imporsi, e non perché sia la qualità a mancare. Alle 21.30 il sole sta appena tramontando a Parigi, e il minimalismo dark che echeggia Bois de Vincennes poco si sposa con un pubblico che mangia steso sul prato. Chiudono i Moderat, anche loro all’insegna dell’elettronica, ma con effetti di luci e immagini per catturare l’attenzione. Il meglio di questo We Love Green, tuttavia, sembra esser stato riservato al pomeriggio e alla prima serata. Toccando l’eccellenza, almeno per chi scrive, con Solange, Camille e Anderson Paak.

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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