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Anteprima del nuovo disco per i Kasabian che scelgono Parigi e il Bataclan.

In vista dell’uscita del nuovo disco previsto per giugno, 48:13, i Kasabian annunciano con pochi giorni d’anticipo una prima assoluta in Europa, al Bataclan di Parigi, e i biglietti vanno esauriti nel giro di qualche minuto. Non si può dire insomma che manchi l’attesa e certo l’atmosfera in sala è calda, e con il passare del tempo lo sarà sempre di più: un migliaio di corpi ammassati nella fossa, visto che uno dei laterali è chiuso e la fascia superiore riservata agli invitati. Dopo un dj set lungo e piuttosto inutile le luci si spengono e i Kasabian sono sulla scena in formazione allargata: oltre Pizzorno e Meighan, ovviamente, ci sono Chris Edwards e Ian Matthews, rispettivamente al basso e alla batteria, poi un chitarista, un tastierista e – a tratti – tre coriste. Scena semplice, con uno schermo che sullo sfondo rosa shocking come la copertina riprende il tema dei numeri, oppure qualche parola apparentemente casuale.
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Le vecchie canzoni prevalgono tuttavia sulle nuove

Ma di scena è la musica, non c’è dubbio, perché da subito i Kasabian partano con una carica recepita e reciprocata dal pubblico. E’ un nuovo brano, Bumblebee, ad aprire con energia, seguita dalle ormai classiche Shoot the Runner, Underdog e una Fast Fuse che si merita il titolo. Tutte le canzoni sono accolte con pari entusiasmo, anche se colpiscono soprattutto Days Are Forgotten, l’infuocata Take Aim e la sempre bella Where Did All the Love Go?
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Ma le nuove canzoni? Arrivano: poche e in fondo; Eez-Eh, il singolo, è bene accolta e dal vivo funziona, mentre l’altra, Beanz, probabilmente la b-side, passa senza lasciare il segno. Re‐Wired e Empire chiudono bene. Ormai in sala la temperatura è incredibilmente bollente, ma nessuno arretra quando i bis sono Switchblade Smiles, Vlad the Impaler e soprattutto Fire, dedicata a Bob Hoskins (RIP).
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I Kasabian sono la rock band perfetta: hanno l’energia, la presenza (almeno Serge Pizzorno e l’amatissimo Tom Meighan), le canzoni. Il concerto di stasera non può che confermare ciò che già si sapeva. Tuttavia, se proprio si vuole trovare un difetto, anzi due, eccoli: forse pensando già a Glastonbury, i Kasabian sono arrivati con un set di amplificazione più adatto a quella sede che a un teatro tutto sommato piccolo qual è il Bataclan; il risultato è stato un suono un po’ compresso, che non sempre rendeva giustizia alle canzoni.
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Secondo appunto, se così possiamo dire, è che per un concerto di presentazione del nuovo disco, tre brani (inclusa la b-side che sul disco non dovrebbe esserci) sono proprio pochi. Volontà di mantenere il segreto? Timore di un pubblico meno participativo su canzoni che non conosce? Difficile dirlo, comunque ci sarà tempo per sentirle tutte, le nuove composizioni, e le vecchie valgono sempre la pena.

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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