alt-J-This-Is-All-Yours

alt-J-This-Is-All-Yours

di Fausto Meirana

Atteso da un po’, il secondo disco degli alt-J si sta facendo stroncare con una certa facilità e, da questo punto di vista, non lascia nulla di intentato; si apre con una lungo intro di quasi cinque minuti di vocalizzi e suoni ripetitivi che ricordano sia Philip Glass sia Laurie Anderson, su cui si innesta, verso la metà, l’abbozzo-aborto di un brano vero e proprio; quindi prosegue con una mini suite (Arrival in Nara, Nara) dedicata alla città giapponese creando l’ipotesi, a quanto pare azzardata, di un concept album, anche se l’ultimo brano, Leaving Nara, torna sull’argomento, con tanto di ghost track che arriva dopo una decina di minuti di silenzio… Tra questi estremi lo storto pop di Left Hand Free riporta finalmente alle atmosfere più usuali di An Awesome Wave. Dopo il respiro di sollievo si materializzano però un paio di lugubri ballate piene di un fascino che emerge lentamente, al pari di certi episodi, tanto per citare la più ovvia influenza, del Kid A dei Radiohead. Molto riuscita, su tutte, Hunger Of The Pine, che ingloba anche un coraggioso campionamento di Miley Cyrus, così, tanto per gradire e confondere ancora. Insomma, il secondogenito degli alt-J, nonostante sia presuntuoso, altezzoso, incoerente e un po’ monello, può far incazzare, ma certo non lascia indifferenti (almeno dopo un paio di attenti ascolti).

7,5/10

 

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alt-J – Hunger Of The Pine

 

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