di Marina Montesano
Per essere un individuo celebre a causa degli eccessi, degli amori contrastati, dei soggiorni in galera e dei problemi di tossicodipendenza, bisogna dire che Pete Doherty suona una musica tutto sommato molto semplice e poco tormentata. L’ultima uscita con i Babyshambles ne è la prova: l’iniziale Future somiglia ai Libertines, ma dura meno di due minuti; il primo singolo Nothing Comes To Nothing è leggero e carino, mentre i brani migliori sono quelli tinti di maliconia, come Picture Me In A Hospital, il quasi-country di Fall From Grace o lo ska lieve di Dr. No. Alla scrittura contribuisce per la prima volta il bassista Drew McConnell, reduce da un grave incidente, e forse questo contribuisce a dare una maggiore continuità alle composizioni, senza gli alti e bassi delle prove precedenti. Pete Doherty resta un cantante modesto, ma il suo modo di proporre i testi non è privo di fascino. Non un disco di eccessi positivi o negativi, insomma, ma molto gradevole.
7/10
Seguiteci su Facebook:
https://www.facebook.com/groups/282815295177433/
e su Twitter:
httpv://www.youtube.com/watch?v=PqVZlR48v2U
Babyshambles – Nothing Comes To Nothing