Ben Watt Fever Dream 3

 

La mezza età di Ben Watt ha ancora tante storie emozionanti da raccontare.

Nella seconda metà degli anni ’90 Ben Watt divenne magicamente uno dei personaggi più trendy della scena musicale britannica, capace di unire Nick Drake e il trip-hop, Richard Thompson e la jungle. Il singolo Missing e l’album Walking Wounded, incisi come Everything But The Girl insieme all’eterna fidanzata (solo molto tempo dopo moglie) Tracey Thorn, restano tuttora esempi perfetti di una delle fusion più geniali e anti-presuntuose nella storia del rock.

Watt divenne anche DJ richiestissimo (con Thorn a fare la Disco Queen alternativa) per poi uscire dalla grande notorietà in punta di piedi e con la stessa faccia seria con cui vi era entrato. Nel 2013 Hendra, secondo album solista 30 anni dopo l’esodio di North Marine Drive, raccontava di un privato dai contorni dolorosi e dai colori soffusi, malinconico per necessità eppure non disperato. Fever Dream riparte ora da quegli spunti esistenziali e si propone come incoraggiante manuale per cinquantenni (e oltre) che dopo aver ricevuto un po’ di schiaffi dal destino imparano a massaggiarsi le guance con i prodotti giusti e, guardandosi allo specchio, cantano “c’è ancora così tanto che voglio fare”.

Il suono retrò con saggezza di Fever Dream

In molti punti il disco suona come un improbabile omaggio al soft-rock di metà anni ’70, da Gerry Rafferty al John Martyn di Grace & Danger con qualche tocco – addirittura! – degli America più autostradali. Chi di primo acchito si trovi a rimpiangere il buon vecchio ennui a base di bossa nova e jazz gentile degli EBTGdegli esordi, si rassereni perché bastano pochi ascolti per farsi catturare da canzoni confidenziali nel senso più nobile e costruttivo del termine e dalla chitarra ricca di chiaroscuri dell’ex Suede Bernard Butler.

Forse la voce non è troppo incisiva (e di sicuro non è riconoscibile alla prima sillaba come succede con  Thorn), eppure è perfettamente funzionale alle storie cantate nel disco. Storie in cui si immedesimerà chi ha la barba ingrigita come quella di Ben, ma che a tutti possono insegnare qualcosa su come essere per sempre abbastanza giovani.

8/10

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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

Di Antonio Vivaldi

Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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