Chemical Brothers, dall’EDM alla contemporaneità
Tom Rowlands e Ed Simons sono nella piccola pattuglia (con Prodigy e Fat Boy Slim) che a cavallo fra anni ’80 e ’90 hanno preso l’EDM e l’hanno portata ad un altro livello: beat pesanti, djing, scenografie e suoni adatti alle grandi arene. Sono passati come headliner nei principali festival mondiali e nel frattempo hanno messo in giro un bel numero di dischi di livello alterno. Gli ultimi non brillavano per novità o qualità particolarmente eccelse, mentre in anni recenti altri (Justice, Skrillex), pur nella loro scia, sembravano picchiare anche più duro.
Gli ospiti di Born In The Echoes
Così il nuovo Born In The Echoes fa già parlare del classico ‘ritorno in forma’, il che almeno in parte è vero. Il disco è costruito in tre parti, sebbene non esplicitate; nella prima ci sono gli ospiti principali: Q-Tip molto bravo su Go, St. Vincent (che appare con il suo nome, Annie Clark) su un brano, Under Neon Lights, dalle reminiscenze Talking Heads, poi Ali Love sulla buona EML Ritual.
Seguono quattro brani con i soli Rowlands-Simons (ma I’ll See You There campiona e accredita Bill Bissett), e qui siamo un po’ nel business as usual, sebbene Reflexion sia piuttosto interessante e Taste Of Honey una pausa riuscita dalla ritmica altrove intensa. Chiudono tre brani nuovamente cantati; Cate Le Bon guida una title track che richiama la passione mostrata negli anni ’90 dai Chemical Brothers rispetto alla scena brit-pop, Radiate accoglie Colin Stetson, noto soprattutto per aver suonato il sax con i grandi nomi del rock contemporaneo (Arcade Fire in testa), ed è un altro momento di gradito rallentamento.
Chiude benissimo la sorpresa migliore del disco, ossia Wide Open cantata da Beck, insolitamente pop. Davvero un ritorno in forma, allora? Il giudizio è certamente positivo, sebbene non immensamente entusiasta, perché il disco sembra dare il meglio nei suoi momenti più tradizionalmente pop (come Wide Open, ma anche Go e Under Neon Lights), meno in quelli con il marchio EDM, che rinviano a un già sentito che magari si risente volentieri, ma che non sorprende più.
7,7/10