David Bowie Blackstar cover

David Bowie Blackstar cover

Chi venerdì scorso, come chi scrive, si precipitava ad acquistare il 25° album in studio di David Bowie, lo faceva con trepidazione e mai immaginando di avere tra le mani (o aver scaricato) lo struggente epitaffio di uno dei più grandi musicisti del nostro tempo.
Chi stamattina scrive questa breve nota, ha la sensazione che recensire quest’opera (lodarne il team creativo, commentarne arrangiamenti e produzione o analizzarne quelle liriche di cui la tristissima notizia di ieri mattina hanno decodificato il messaggio) equivarrebbe a pretendere che si tratti di un album come tanti altri.
Che senso ha ormai infatti affermare che questo Blackstar si colloca tra le opere più ambiziose, sperimentali e riuscite di Bowie, e che più volte nel corso dei suoi 41 minuti secchi essa raggiunge vette di straziante bellezza che ricordano le immense ‘Word On A Wing’ e ‘Wild Is The Wind’- entrambe in quel capolavoro assoluto che è Station To Station (1976). Quanto superfluo elencarne gli ingredienti sapientemente miscelati insieme a Tony Visconti, suo fedele collaboratore fin dai tempi di Space Oddity (1969). Quanto banale annunciare che Blackstar e’ il frutto di un artista nel pieno della creatività, sebbene sulla soglia dei 70 anni.

E poi ancora, cosa vi è da aggiungere alle centinaia di contributi sui media di tutto il mondo? In verità molto poco, se non addirittura nulla. Chi scrive rimarrà per sempre grato a Bowie per aver dedicato gli ultimi mesi della sua vita alla creazione di un’opera di rarissima intensità; per aver vissuto d’arte e per aver fatto della sua vita arte, sino alla fine. Per sé e per noi.

DAVID BOWIE - BLACKSTAR
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Cresciuto con una dieta a base di Bowie, disco e rock'n'roll - primi amori che non si dimenticano. Di questi tempi un po' old skool, ma forse solo per pigrizia: metti su un pezzo di Kendrick Lamar e guarda che fusa ti faccio...

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