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di Mauro Carosio
 
I Glass Animals sono l’ennesimo prodotto di un filone britannico che strizza l’occhio a un genere spesso definito art pop, che ha avuto un grande successo all’inizio degli anni zero. La band di Oxford ha debuttato nel 2012 con un decoroso EP, Leaflings, e con tutta calma ha atteso due anni per presentarsi alla grande con il primo album. Zaba è un disco corposo e di buon livello nonostante gli eccessivi richiami ai promotori del genere, primi fra tutti gli Alt-J. Undici brani ben costruiti in uno stile senz’altro compiuto e coerente col rischio di risultare ripetitivo. Alcuni momenti particolarmente riusciti si trovano in due tracce dalla linea melodica indubbiamente azzeccata: Flip e Pools. Il resto è un agglomerato compatto, di facile ascolto, talvolta interessante per la complessità ritmica e i delicati passaggi di atmosfera. Salutati dalla stampa britannica con grande favore e coccolati da nomi celebri, hanno aperto i concerti del’ultimo tour di St. Vincent;  in realtà ci pare che i Glass Animals abbiano bisogno di ancora qualche tempo per essere giudicati in modo esaustivo. Se riuscissero a distinguersi osando un po’ di più, potremmo davvero attendere il secondo disco come una “next big thing”.
 
6/10
 
 
 
 
 
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