jeffrey lewis 2015

 jeffrey lewis 2015

di Antonio Vivaldi

La celebrazione in bianco e nero firmata Woody Allen e il sardonico epos coheniano “Prima prendiamo Manhattan, poi prenderemo Berlino” (*) sono le cose che vengono subito in mente parlando di Manhattan. Poi c’è stata la serie-mito  Sex & The City con l’isola newyorkese a fare da centro del mondo, o mondo tout-court, ed enorme psicodramma quando una delle quattro protagoniste si trasferisce nella poco cool Brooklyn. Da allora però le cose sono cambiate ed è proprio Brooklyn il borough dove le cose, soprattutto in ambito alternativo-creativo, accadono, mentre Manhattan è il quartiere degli sboroni e degli affitti inavvicinabili. Jeffrey Lewis a Manhattan è nato e continua a viverci in stile ‘resistente’ e dunque la celebra con le modalità che gli sono proprie dagli esordi artistici in chiave anti-folk. Le canzoni sono poetiche, ironiche e  timide (forse finto-timide); stanno a metà fra narrazioni cantate in stile Lou Reed o Silver Jews oppure rock sghembi e stralunati a cui i Los Bolts danno una corposità che i dischi precedenti non avevano. Lewis racconta una Manhattan a livello strada che conserva un po’ della magia sporca e rischiosa degli anni precedenti a una  gentrificazione (**) arrivata persino in zone da disgraziati come il Lower East Side (dove Lewis è nato). L’unicità del disco sta dunque nel suo fungere anche da guida alternativa a uno dei luoghi più famosi, celebrati, raccontati, filmati che ci siano al mondo, una guida che a Wall Street non fa arrivare mai. Poi però , guardando gli adorabili fumetti, opera dello stesso Lewis, che illustrano il libretto del cd si scopre una cosa: Manhattan è stato registrato e mixato a…. Brooklyn.       

7,8/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=4QDiST2a0q0

Back To Manhattan

(*) A titolo di curiosità va ricordato che nel 2014 la canzone è stata usata in Grecia per la campagna elettorale di Syriza.     

(**) Qualche mese fa i Two Gallants hanno descritto la gentrification di un altro luogo-mito come San Francisco in una cupa canzone intitolata There’s Too Much I Don’t Know.

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