Juliette Lewis – Future Deep EP RecensioneAutoprodotto - 2016
Juliette Lewis – Future Deep EP Recensione
Autoprodotto – 2016

Arriva dopo sette anni di silenzio Future Deep, EP nuovo di zecca di Juliette Lewis. Artista controversa e difficilmente incasellabile, la Lewis ha sviluppato una brillante carriera come rocker, da sola e con il gruppo The Licks, accanto ad una altrettanto brillante carriera da attrice. Sebbene, anche in questo caso fuori da ogni schema.

Juliette Lewis: un’artista fuori dagli schemi

Sin dai tempi della prima apparizione nel video di Melissa Etheridge, Come to My Window, del 1993, suo debutto in ambito musicale, fino a passare per la cover di I Can Hardly Wait, brano iconico di PJ Harvey, splendidamente reinterpretato per Strange Days (film altrettanto iconico), le scelte musicali di Juliette si sono rivelate assieme insolite e di grandissima qualità. Anche il nuovo EP si pone con decisione in questo solco. Annunciato questa estate assieme ad un tour americano ed europeo andato subito sold out, Future Deep sembra un po’ voler contenere, traccia dopo traccia, tutto l’universo musicale di Juliette.

Da sempre affascinata da sonorità sporche e garage rock, che si sposano magnificamente con il suo timbro vocale. Per questo EP, che arriva ben sette anni dopo l’album Terra Incognita, pubblicato nel 2007, la Lewis si è avvalsa della collaborazione di Isabella Summers, del gruppo Florence + The Machine cosi come di Brad Shultz, Jared Champion e Matthan Minster dei Cage The Elephant.

Future Deep le consente di esibirsi in una varietà di generi

L’EP si compone di 7 tracce, per una mezz’ora scarsa. L’iniziale Any Way You Want è un classico pezzo rock, dominato da una batteria martellante ad accompagnare la voce di Juliette. E’ anche uno dei due singoli estratti dell’EP, che era stato annunciato dal brano Hello Hero in aprile. La title track è una delle tracce più interessanti: dance pop dalle nuance elettroniche. Che ci dà una prova dell’estrema varietà di questo lavoro, in cui generi diversi coabitano. Mostrando la maturità raggiunta dalla Lewis, che non teme di avventurarsi in nuovi percorsi.

Mean Machine è un brano più classicamente rock. Ad esso segue, ultima traccia dell’EP, Ode To Hollywood. Il momento più interessante ed elaborato dell’intero lavoro. Dark rock a tratti sognante e psichedelicho, scandito da batteria e chitarre distorte su cui domina la voce della Lewis a tratti eterea a tratti profonda. Permettendole di dare prova di potersi impegnare senza problemi in registri completamente differenti anche nella stessa traccia.

Juliette Lewis – Future Deep
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Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

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