killing joke pylon
killing joke pylon
 

 
di Mauro Carosio
 
I Killing Joke hanno sempre occupato un posto particolare nell’ambito del punk o post-punk britannico sfuggendo a etichettature di genere, che nel loro caso sarebbero inadeguate. La band di Notting Hill, capitanata dal pirotecnico Jaz Coleman, ha sempre avuto quella marcia in più tale da non lasciare discepoli dopo ben trentacinque anni di carriera. I ritmi ossessivi e martellanti a cui hanno abituato i fan sono un marchio di fabbrica eclettico, diabolico e irresitibile. La voce inconfondibile del carismatico front man, i cori distorti, le melodie incalzanti e ansiogene fanno dei Killing Joke i capofila di un rock particolare e ancora vivo.
Pylon, quindicesimo album in studio, è l’ultimo capitolo della trilogia apocalittica iniziata nel 2010 con Absolute Dissent e proseguita nel 2012 con MMXII. Anche qui i nostri picchiano durissimo, appaiono in splendida forma e concedono ben poco al facile ascolto. Due brani per rendere le pillole di aggressività meno pesanti possono essere individuati nel primo singolo I Am The Virus e in Euphoria, dove la linea melodica, perfetta,  può convincere anche un pubblico di non adepti. Il resto è energia allo stato puro, per qualcuno magari conosciuta o datata, ma di indubbio valore storico e artistico.
 
7,8/10 
 
I Am The Virus
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