di Marina Montesano
I Bauhaus sono esistiti fra 1978 e 1983, lasciando un marchio indelebile su quanti si affacciavano alla musica proprio in quegli anni; si sono poi riformati per suonare dal vivo e per un disco dal 2005 al 2008. Se facciamo due conti, la carriera solista di Peter Murphy, che ha pubblicato il primo disco a suo nome nel 1986, è di molto più lunga di quella come voce della band goth-per-eccellenza; eppure, nella memoria di tutti, lui è ancora lì a cantare Bela Lugosi’s Dead. Può darsi che dopo quasi trent’anni passati a sperimentare con generi differenti, dal pop all’etnico orientaleggiante (ha vissuto circa un ventennio a Istanbul), e risultati alterni, Peter un po’ a questo abbia pensato e, prodotto da Youth dei Killing Joke, pubblica ora Lion, il disco fra i suoi che più riecheggia le sonorità Bauhaus.
httpv://www.youtube.com/watch?v=lymd7efDvIk
Peter Murphy – Hang Up
L’iniziale Hang Up, con il suo incedere goth-rock, non starebbe male come colonna sonora in qualche film di vampiri, tanto per riprendere vecchi discorsi; ma la cosa importante è che bastano un paio di ascolti per farsi irretire; il che vale anche per diversi altri brani: I’m On Your Side è melodica e bowiana che più non si potrebbe; l’atmosferica I Am My Own Name, la lenta The Rose, il crescendo di The Ghost Of Shokan Lake conquistano subito; Eliza è quasi straight rock con un refrain riuscito e Lion conclude bene il disco. La voce di Peter Murphy risente del tempo trascorso, a tratti irrochita; qualche canzone è scontata e gli arrangiamenti abbondanti di Youth potrebbero non piacere a tutti. Ma alla fine il risultato complessivo è felicissimo, per nostalgici e non solo.
7,6/10
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Peter Murphy – I Am My Own Name