Recuperiamo con colpevole ritardo Amyl and the Sniffers – Comfort to Me.
Fra i mea culpa del passato 2021 annovero certamente la mancata recensione di Amyl and the Sniffers – Comfort to Me (B2B Records, Flightless). Riparo adesso anche se fuori tempo massimo perché la band di Melbourne merita davvero. In tempi di galoppante revival post-punk potrebbero esserci quelli che, come me, sentono la mancanza del punk-e-basta, senza post. Insomma: no future. In tal caso Amyl and the Sniffers sono la band giusta.
Da Melbourne con furore punk
Già l’origine australiana è una garanzia soprattutto se si ama un certo suono grezzo. Quando li ho ascoltati la prima volta, in particolare Security (con l’assolo finale così Stooges) e Hertz, avrei potuto dirne l’origine senza conoscerla, tanto il loro suono è downunder. Dunque, se vi piacevano gli immensi Radio Birdmen, fatevi sotto. Tuttavia il quartetto non disdegna tuffi in avanti (sebbene sia un ‘avanti’ comunque datato) abbracciando anche l’hardcore tipo Minor Threath (Choices). Altrove (No More Tears) si ascoltano persino echi di pub rock inglese. Un punto di forza è dato dalla cantante Amy Tylor, che sceglie un bel tono volutamente non-melodico e urla con rabbia i testi dei tredici pezzi.
Amyl and the Sniffers all’insegna dell’energia
Energy, good energy and bad energy / I’ve got plenty of energy / It’s my currency (Energia, buona e cattiva / ne ho tantissima / è la mia moneta corrente) canta Amy nella iniziale Guided By Angels, e sembra un manifesto per la musica della sua band.
È sempre stato un bisogno primario nel rock: da Jerry Lee Lewis del Live at the Star Club Hamburg ai Sonics (e a tutta la scena garage) ai Ramones al punk inglese 76-77 … un certo tipo di musica sembra un bisogno primario: a tenerla semplice, diretta, senza fronzoli. Se vi piace così, almeno ogni tanto, Amyl and the Sniffers – Comfort to Me è un ascolto obbligato.
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