Non possiamo fare a meno di scriverne: Charli XCX – Brat.
Brat è il sesto album di Charli XCX ed è anche il primo che viene recensito in queste pagine nelle quali il pop trova posto solo quando è davvero interessante: per intenderci, il penultimo album di Dua Lipa sì, l’ultimo -pallida copia del precedente- no. È vero che del precedente Crash si era già letto molto bene, ma insomma l’ascolto lasciava perplessi. Adesso Brat è impossibile da ignorare: ha debuttato al secondo posto della UK Albums Chart e ha raggiunto la top ten in altri nove Paesi, tra cui gli Stati Uniti. Soprattutto, a giugno 2024, risulta essere l’album con la valutazione più alta su Metacritic, superando persino Cowboy Carter.
L’ha annunciato così su Instagram
L’ha annunciato così, Charli xcx: “Brat è uscito ora! Grazie mille per tutto l’amore e il sostegno che avete dimostrato per questa musica, per questa campagna e per me – nel mio momento più puro, più charli, più brat. A tutti gli angeli… credo che tutti noi sentiamo che sta accadendo qualcosa di molto speciale… Vi amo tutti. Questo album è stato il prodotto di migliaia di telefonate, messaggi, e-mail, conversazioni, dibattiti e discussioni con diverse persone fantastiche che costituiscono il mio epico team di lunga data. Siamo andati avanti e indietro nel decidere quali strumenti di produzione bandire o a quali affidarci, abbiamo testato la texture dei capelli più e più volte per arrivare alla texture perfetta buona/cattiva/professionale/non professionale, abbiamo testato il linguaggio, l’autotune, il font, la pixelatura e abbiamo parlato costantemente di teoria pop, di narrazione, del concetto di desiderio e, naturalmente, abbiamo ristretto circa 65 tonalità di verde per arrivare al verde più definitivo e più monello (brat)”.
Le collaborazioni
In effetti, Brat è il frutto di molte collaborazioni. Si avvale della produzione di A.G. Cook, collaboratore di lunga data, della stessa Charli XCX, di Easyfun, Cirkut, del suo partner George Daniel, di El Guincho (Rosalía…) e altri. È insomma l’ultimo prodotto hyperpop, che si inspira all’EDM e alle uscite sperimentali della prima fase della carriera di Charli.
La campagna che l’ha preceduto è ugualmente hyperpop, sfruttando i media in modo accorto e accompagnandone il percorso con eventi nei quali Charli XCX man mano svelava le canzoni di Brat. Volutamente ‘brat’ anche la scelta di copertina, progettata dallo studio Special Offer Inc. di New York: un quadrato verde lime a bassa risoluzione con il titolo in un carattere cheap come arial narrow. In vista dell’uscita, sulle piattaforme di streaming le copertine dei suoi dischi precedenti sono state aggiornate per adattarsi all’estetica dell’album.
Se Brat non ha lo stesso numero elevato di ospiti del precedente, Charli XCX rimedia pubblicando un remix di 360, il brano di apertura, con Robyn e Yung Lean. Carino, peraltro.
Le canzoni
Il disco funzione benissimo quando è più marcatamente lanciato nell’ electropop ricco di effetti, anche sulla voce. Meno quando rallenta per cedere alla ballata: come So I, dedicata all’amica e collaboratrice Sophie, scomparsa nel 2021. Qui come altrove i testi di Charli XCX non sono mai banali, e questo è un aspetto non indifferente per un artista pop. Però la tensione scende e non si recupera neppure con i due pezzi successivi, Girl, So Confusing e Apple che, insieme con la precedente Talk Talk sono i momenti più convenzionali di pop ballabile ma senza troppo appeal. Altrove, però, Brat scalpita davvero: B2b, per me il momento migliore della Charli XCX 2024, si ascolta a ripetizione; il singolo Von dutch, e poi Sympathy Is a Knife, Everything Is Romantic sono eccellenti.
Il disco è da poco uscito in una deluxe edition simpaticamente intitolata Brat and It’s the Same But There’s Three More Songs So It’s Not, che porta la durata a una cinquantina di minuti, ma senza aggiungere molto.
Che Brat sia il disco intelligente di un’artista intelligente è fuori discussione. E se non lo voterei come migliore dell’anno per via di qualche momento debole, è certamente uno di quei dischi che fanno andare il pop nella direzione che ci piace, quella che rimescola i linguaggi per offrire qualcosa di nuovo.
Be the first to leave a review.