Italogaze a tinte chiaro-scure.

Nuova compilation di band che afferiscono con molta libertà al genere shoegaze. Numerose e vitali in Italia, al punto da far coniare il nome Italogaze che compare nel titolo. 2018 per fotografare la scena contemporanea. E Chiaroscuro, aggiungerei, perché di toni chiaroscuri è fatta la musica che propongono.
Le star dell’Italogaze 2018
Alcune fra le band presenti su Chiaroscuro. Italogaze 2018 non hanno bisogno di presentazioni. Sono infatti dei giganti della scena, noti anche al di fuori dei confini italiani. Parliamo degli Stella Diana, che presentano un brano (Iris) tratto dal loro ottimo 57, uscito pochi mesi fa. Lo stesso vale per i Rev Rev Rev, che hanno prodotto l’ultimo disco appena lo scorso anno. Su Chiaroscuro compaiono con una versione alternativa di Ripples. Ad aprire la compilation ci sono poi gli In Her Eye, con il brano migliore del loro recentissimo Change.
Il dream-pop di Chiaroscuro
Il secondo brano di Chiaroscuro. Italogaze 2018 è fornito da Weird, progetto di Marco Barzetti, che fra riverberi e melodie malinconiche interpreta assai bene il concetto di dream-pop. Al quale si ricollegano molte fra le band qui presenti. Alcuni con tratti più psichedelici, come gli Electric Floor e degli Obree. Oppure lenti e atmosferici come i Novanta.
La new wave sempre un’ispirazione
La new wave, con i Cure in testa anche più dei Joy Division, ha sempre esercitato un fascino notevole in Italia. E anche su Chiaroscuro. Italogaze 2018 se ne sentono gli echi fra le band che spingono maggiormente sulla ritmica. E ricordiamo gli energici Mystic Morning e Yellow Traffic Light. Tra riverberi potenti e un gusto quasi epico ci sono invece i Bestrass.
Infine, una nota a parte per i Lay, terzetto che si presenta con una proposta un po’ differente, che richiama le sonorità dei primi Placebo in un brano molto orecchiabile, Soon, e dalla presa immediata. Non risulta che abbiano altre incisioni all’attivo, ma sono davvero promettenti. Nel complesso Chiaroscuro. Italogaze 2018 è una bella vetrina per band già note e per emergenti, testimonianza di una scena non compatta stilisticamente (il che è un bene), ma con molta voglia di farsi ascoltare.
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